FONTE: http://www.napolipuntoacapo.it/npc/arti ... tartarughe
Ci voleva la indignazione del ministro Fabrizio Barca, venuto nei giorni scorsi in Campania per denunciare gli sprechi di milioni di euro nella realizzazione di opere inutilizzate, perchè certa stampa cittadina si rendesse conto che la trasformazione di un sito di archeologia industriale di Bagnoli in una clinica per le tartarughe marine è “uno spreco scandaloso di fondi europei”. Eppure era stata denunciata dal quotidiano ROMA il 12 settembre 2006 la scelta cervellotica di dichiarare “ siti di archeologia industriale” 16 impianti dell’Ilva che, secondo la legge 582 del novembre 1996, la società IRI BagnoliSpA avrebbe dovuto demolire assieme a tutti gli impianti e i capannoni siderurgici, contemporaneamente alla bonifica delle aree dismesse. Scrivemmo sei anni fa che c’ era alcuna ragione di sprecare risorse finanziarie per recuperli e destinarli a nuove funzioni. Costruiti nella prima metà del secolo scorso questi siti sono esteticamente modesti ( molti decisamente brutti). E non hanno nulla a che vedere con i valori storici e artistici dell’ archeologia industriale delle “ Reali Ferriere e Officine” borboniche di Mongiana , delle Seterie di San Leucio , delle Acciaierie De Gorge a Hornu, del complesso industriale Bosquet a Bois-du-Luc, delle Acciaierie Saltaire, di Port Sunlight e della Rhur, del Lanificio Rossi di Vicenza, del Cotonificio Leuman a Collegno e del Lanificio Marzotto a Valdagno…. Impianti industriali che, concepiti secondo i principi del classicismo più puro, rappresentano episodi perfettamente riusciti nell’ insieme della produzione architettonica della industrializzazione europea. Aggiungemmo ( e lo ribadiamo) che la questione va regolata dal Ministero ai Beni e alle Attività Culturali con la istituzione della “Fondazione per l’archeologia industriale”. Nella quale chiamare i più prestigiosi studiosi della materia, italiani e stranieri, con il compito di redigere l’elenco dei siti industriali dismessi, meritevoli di essere recuperati e riusati per attività congruenti con i valori storici, artistici e culturali originari. Il PUA di Bagnoli elenca questi siti archeologici. Il leviatano rosso dell’Acciaieria, destinato a diventare una grande piazza coperta e città della musica, attrezzata per eventi e produzioni musicali; la Centrale Termica, da trasformare in Studios cinematografici, pensati dall’ex assessore regionale Marco Di Lello, lo stesso che avrebbe voluto un grande campo di golf al posto del parco; l’ Officina Meccanica dovrebbe diventare un centro congressuale ( ma la Bagnolifutura ha pensato che era meglio realizzare l’Auditorium su via Bagnoli, incurante del fatto che a Fuorigrotta ce ne sono già quattro ); l’Altoforno è destinato ad accogliere il Museo del Lavoro e l’archivio dell’Ilva; la Palazzina Telex dovrebbe accogliere i locali per la vigilanza e la manutenzione del parco mentre la palazzina della ex Direzione dovrebbe essere destinata all’’amministrazione ; la Torre di Spegnimento, capitata nel bel mezzo del porto canale, era destinata ai servizi di connessione dell’approdo con la Candela Coke trasformata in Faro ( destinazioni superate dalla definitiva rinuncia al porto canale a seguito delle contestazioni del mondo culturale ) ; il carroponte Moxey, la Gabbia discagliatrice, la Batteria forni a coke, l’Applevage, i Cowers, la Candela AGL e la Candela Altoforno vanno conservati come testimonianze di archeologia industriale, senza alcuna funzione pratica.. Il TurtlePoint, ottenuto trasformando in clinica delle tartarughe marine “l’impianto di raffreddamento delle acque del Treno Nastri” con una spesa di ben 12 milioni di euro ( una enormità ), non può essere affidato in gestione alla Stazione Zoologica Anton Dohrn perchè la Bagnolfutura non si è preoccupata di realizzare la strada di accesso ( roba da non credere). Un errore che la legge sui lavori pubblici giudica inammissibile. E punibile.. Non si comprende perciò l’ostinazione del sindaco deMagistris a tenere in vita questa società partecipata. Costosa e inutile. E sprecona.
GERARDO MAZZIOTTI g_mazziotti@yhoo.it
è vero che 12 milioni di euro sono tanti, ma occorre valutare bene, un ospedale per le tartarughe è comunque un servizio utile alla sopravvivenza delle tarte marine. Che un ministro sputi così su soldi spesi per l'ambiente mi gira male, mentre sulla cementificazione o sui tantissimi soldi per altre cose non tanto chiare non dice nulla..... specialmente se prendiamo in considerazione i tagli fortissimi che hanno subito tutti i centri di recupero delle marine che rischiano di chiudere...... mentre poi spendono un'esagerazione di miliardi per sommergibili, aerei, spese militari, guerre inutili e grandi opere nel deserto che servono solo per riempire le tasche di pochi.
Punti di vista insomma....
cosa ne pensate?