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Messaggio inserito da Carmen
I miei riproduttori sono solo tarte denunciate nel'95.
Le prime nascite di hermanni risalgono al 2001 e le prime marginate al 2003.
Potrei chiedere i CITES per tutte le figlie di queste tartarughe e mettere il microchips a tutti i riproduttori ( del'95 )?
Io ho capito che non è così.
Inoltre se il CITES me lo danno solo al terzo anno sono comunque obbligata a tenere tutte le piccole per tre anni e "anticipare" le spese per le tasse e le foto per tre anni( che non son poche ), a meno che non le ceda gratuitamente.
O no?
Io le richieste le ho lette ma forse allora non sono ben chiare.
Si parla anche di isolare i riproduttori, cioè se ho tre femmine riproduttrici devo sapere di chi sono i figli o no?
Tutta questa semplicità non la vedo, e mi sembra inutile lamentarsi che nessuno richieda i CITES ma continui a cedere le piccole con la cessione gratuita se le cose rimarranno così complicate.
Da come lo avete detto voi sembra che io prendo le mie otto tarte riproduttrici, denunciate nel '95, marginate ed hermanni, gli faccio mettere il microchips e sono a posto.
Faccio le mie denunce di nascita e al terzo anno gli faccio due foto, pago 10 euro ed ottengo il CITES in una settimana.
Senza controlli e senza recinti...
Ma sarà davvero così? dalle proposte ne esce fuori tutt'altra cosa.
Secondo le norme attuali, è considerato animale RIPRODOTTO in cattività, il figlio di un animale NATO in cattività. Sempre secondo la norma è possibile richiedere il cites per animali RIPRODOTTI in cattività, che indicheremo come di seconda generazione e successive. Il figlio di un animale denunciato nel '92, '94, '95, è da considerarsi come NATO in cattività. Attenzione che i figli di animali NATI in cattività accoppiati con animali di denuncia devono essere considerati NATI in cattività.
Così come stanno le cose chiunque può richiedere il Cites di animali RIPRODOTTI in cattività.
La proposta del TCI va a chiedere una deroga all'articolo 8 del Reg. 338/97 affinchè l'allevamento in cattività sia riconosciuto come favorevole alla salvaguardia delle tartarughe in natura. Se questo verrà accettato anche i NATI in cattività potranno avere il Cites, quindi non vedo perchè non appreziate gli sforsi del TCI in questo senso. Attenzione che ogni richiesta diventa difficile se c'è chi abusa della cessione gratuita!
Altro punto cruciale è stata la discussione per fare accettare non la coppia riproduttiva (Come richiesto dalla LEGGE), ma bensì il gruppo riproduttivo. In soldoni, l'unico modo per identificarlo è il microchip, e TUTTI i figli di quel gruppo riproduttivo potranno avere il Cites. In pratica chi, come Carmen, ha tre femmine e due maschi, dovrà denunciarne i numeri di microchip alla forestale e TUTTI i figli di quel gruppo riproduttivo potranno avere il Cites. Attenzione: senza dover indicare altro che i 5 riproduttori, quindi senza dover sapere chi è il padre o la madre di!
Il fatto poi che venga richiesto che il Cites possa essere rilasciato al terzo anno, non comporta il pagamento di alcunché. Quando al terzo anno si richiederà il cites, esso richiederà un UNICO pagamento con un'UNICA foto (come richiesto dalla normativa) che avrà validità sino all'ottavo anno, anno in cui il possessore della tartaruga dovrà mettere il microchip.
Questo scoraggia l'immissione in commercio di animali neonati e permetterebbe di abbassare le spese di gestione.
Sempre che la proposta del TCI venga accettata, tutto questo non mi sembra così terribile! Sempre tenendo conto che da qui non si scappa e bisogna esserne consapevoli, il resto sono chiacchiere inutili!
Come si richiede un Cites? Si va alla Forestale, si richiedono i moduli appositi, si fa una foto sotto ed una sopra della tartaruga con accanto una moneta da un Euro (su sfondo grigio), si indicano i riproduttori che hanno generato quei piccoli, si compila il tutto e si consegna alla forestale con le copie di tutti i documenti e denunce di tali tartarughe. Tanta carta, ma se uno è in regola NON PUO' avere un rifiuto!
Chi per principio suo proprio non vuole fare nulla, beh non può dire quanto si legge di assurdo qui sopra, ma deve ammettere che non è interessato altro che a dare via (o vendere) i propri animali (COMMERCIANDONE in questo caso!) in barba a quanto sottoscritto quando ha denunciato i propri animali. Purtroppo la legge non ammette ignoranza, quindi bisogna fare solo un piccolo sforzo ed adeguarsi.
Ma prima sarebbe opportuno leggere bene tutto quello che viene scritto, chiedendo magari le motivazioni che hanno portato a tanto, piuttosto che polemizzare inutilmente e a prescindere.
Scusatemi, ma quanto fatto da Agostino è il meglio che si poteva fare, ve lo assicuro.
Per dubbi tecnici, quando avremo notizie dal Ministero, questo penso sarà il luogo dove fugare dubbi ed imparare le procedure.