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Messaggio inserito da sancar48
Ciao Franci, sì sono la Sandra di Firenze. Per rispondere agli altri, lo zoologo è un amico di un amico e non posso fare nomi senza il suo consenso, chiederò. Per semplificare, invece di parlare di lobo, parliamo di emisfero cerebrale. La prova consiste nel rovesciare sulla schiena tartarughe di varie specie, età, sesso e misura e guardare da che parte si raddrizzano. Le condizioni devono essere uguali per tutte ( una superficie piana ma non liscia, con erba tagliata molto bassa e senza appigli facili) e la prova va ripetuta almeno 3 volte per ciascuna. Ovviamente l'esercizio è un po' stressante per le tarte, quindi bisogna aspettare che si siano rinvigorite dopo il letargo, scegliere i soggetti più robusti e lasciare un giusto intervallo di tempo fra un esercizio e l'altro. Mi è stato detto che uno dei soci del club, certo Gionata, ha fatto la tesi su questo. Ho provato a scrivergli ma non ho avuto risposta. Poiché questa non è una ricerca vera e propria, ma solo la curiosità di uno scienzato ( gli scienzati hanno sempre curiosità di questo tipo) che è anche proprietario di alcune tartarughe, se Gionata ha già risolto il busillis è inutile proseguire.
Scusatemi, sono nuova e quindi non so bene come fare a partecipare a una discussione, ditemi voi quando sbaglio e come devo fare.
L'articolo della ricerca che ho condotto è stato pubblicato su behavioural Brain Research alla fine del 2006. E' risultato che Testudo hermanni è lateralizzata relativamente al compito di "risposta di raddrizzamento" e che la maggior parte dei soggetti mostra una prefernza per il raddrizzamento dal proprio lato destro, quindi utilizzando l'arto destro (che significa dominanza dell'emisfero cerebrale controlaterale, cioè l'emisfero sinistro).
Ogni soggetto è stato testato 15 volte perchè questo è il numero minimo di prove per avere dei dati statisticamente significativi. Il criterio è semplice: se un soggetto si raddrizza ALMENO 10-11 volte su 15 da un certo lato, quel soggetto ha una preferenza significativa per quel lato (= dominanza dell'emisfero controlaterale).
Alcuni soggetti sono stati ritestati a distanza di un anno e, a parte un ristretto numero di soggetti, gli altri hanno confermato le scelte fatte l'anno precedente, mostrando che la loro lateralizzazione mantiene una certa stabilità nel tempo.
La lateralizzazione dell'essere umano più conosciuta è la preferenza nell'uso di un arto sull'altro (destrimani / mancini). Dalle ricerche condotte su diverse specie di Vertebrati inferiori (inclusa T. hermanni), sembra probabile che abbiamo ereditato questa predisposizione - o tratto - da antichi antenati comuni a queste specie animali.