EDG ha scritto:Grazie per l'intervento.
Quindi ritieni che l'analisi del DNA mitocondriale sia sufficiente per descrivere nuove specie? (specie e non sottospecie).
Dato che nelle tartarughe non è da prendere molto in considerazione il fatto dell'ibridazione fertile, su che cosa ci si deve basare sostanzialmente per capire se ci troviamo davanti una sottospecie piuttosto che una specie?tartamau ha scritto:...Questo significa che a parità di dati oggettivi, due differenti studiosi possono arrivare a conclusioni anche divergenti....
....Il dubbio, è quello che lo sia voluto fare a prescindere per legare il proprio nome ad una nuova specie e/o per una qualsiasi altra motivazione correlata.
Sicuramente c'è anche una componente soggettiva che condiziona tutto, alla fine la tassonomia è un'invenzione dell'uomo, quindi è probabile che nel classificare una specie si possa essere condizionati anche da "egoismo/protagonismo" (non saprei come definirlo), e per aver assegnato il proprio nome, o prendersi il merito di una scoperta (o i finanziamenti per il proprio lavoro?), qualcuno decide secondo il proprio punto di vista, che non è condiviso da altri colleghi biologi.
Ma allora noi "comuni mortali"(appassionati e allevatori di tartarughe) a chi dobbiamo dare ascolto? A nessuno, e ci basiamo solo sulla morfologia accoppiando esemplari il più possibile uguali tra loro?
Il dna mitocondriale da una misura temporale delle divergenze, ma va incontro a minori mutazioni rispetto al dna nucleare, dunque sono necessari entrambi per una stima migliore delle divergenze. L'attribuzione di specie e/o di sottospecie, è poi un dato ricavato statisticamente in funzione delle differenze riscontrate che, ricordo, sono fatte su piccoli frammenti del dna e non nella sua totalità, per ovvi motivi. Per assurdo, analizzando una regione di materiale genetico conservato, l'errore a cui si può andare incontro è quello di considerare due gruppi la medesima specie o, di contro, in caso di grande divergenza di una piccola regione, che si tratti di due specie distinte. La soluzione migliore, ed è la tendenza attuale, è quella di andare ad interessare il maggior numero possibili di regioni del dna per evitare risultati falsati.
Ci tengo a precisare che, anche se ci sono evidenze di specie differenti con apparente medesima morfologia, è anche vero che le differenze morfologiche sono correlate solitamente a differenze del genoma. Ricordiamo che il dna mitocondriale è il materiale genetico di organelli chiamati mitocondri, e che questi non hanno nessun tipo di riscontro nella struttura esteriore dell'animale, essendo autonomi nella loro riproduzione, con funzione energetica, e di eredità per linea materna (quasi sempre).
I comuni mortali hanno mille modi per potersi fare un'idea circa la tassonomia. Innanzitutto dovrebbero leggersi i pareri di promotori e detrattori, quindi cercare tutte le informazioni possibili. Oggi la rete permette ricerche molto accurate anche comodamente seduti di fronte el proprio pc. L'unico errore da non fare è quello di assurgere a dogma immutabile una certa affermazione, prima che ulteriori studi non confermino o rigettino la cosa. Detto in parole povere, facendo l'esempio di Testudo hercegovinensis, osservato che sono differenti morfologicamente sia da boettgeri che da hermanni, che il loro piccoli sono riconoscibilissimi senza ombra di dubbio, che hanno un comportamento riproduttivo differente, analisi genetiche anche sul dna nucleare hanno evidenziato che si tratta non solo di una sottospecie fino ad ora per lo più messa in dubbio, ma di una specie vera e propria, geneticamente affine, ma con differenze marcate.
In questi casi la giusta predisposizione è quella critica, ma capace di cogliere prontamente le novità facendo distinzione tra quelle di comodo e quelle reali. Gli studiosi sono persone come tutti gli altri, dal lato umano intendo, in bene ed in male, ed anche in buona fede possono arrivare a conclusioni affrettate, ma stiamo pur certi che ogni conclusione apre una stagione di verifiche e/o approfondimenti. Bisogna avere pazienza ela consapevolezza che tutto evolve...