Sull’isola emersa era puntato un faretto da 40 watt, acceso dalle 10 alle 17. La zona emersa era facilmente accessibile tramite rampa…. sembrava tutto ok, non perfetto, ma sicuramente buono ai fini della deposizione!
E invece…. È iniziala la “sfida” tra me e questa femmina di M. annamensis. Se non ricordo male era metà settembre quando l’ho spostata all’interno, dopo che per almeno 40 giorni, tra i primi di agosto e i primi di settembre, aveva la zona emersa, sempre con sabbia di fiume.
Sono tornato a casa un fine settimana e ho trovato 2 uova rotte in acqua. Non sapevo se erano state rotte dall’animale o mangiate. Per cui ho lasciato correre.
Premesso: la somministrazione di ossitocina deve essere assolutamente successiva all’indagine radiografica, perché se il motivo per cui non vengono deposte le uova è legato a malformazioni delle uova stesse o a uova troppo grandi, con impossibilità a passare attraverso il canale inguinale, l’ossitocina potrebbe creare solo danni.
La settimana successiva, senza aver fatto la radiografia purtroppo, per vari motivi, dopo aver studiato alcuni articoli e protocolli relativi all’utilizzo dell’ossitocina (sul quale non sono tanto d’accordo, se non in casi estremi!..mai utilizzata prima per di più) ho fatto due iniezioni di ossitocina, precedute da quella di gluconato di calcio, secondo i protocolli maggiormente utilizzati.
Non c’è stata nessuna risposta, assolutamente nessuna, neanche contrazioni.
A quel punto, non avendo intenzione di stressare troppo l’animale con queste iniezioni di ossitocina e calcio gluconato, ho smesso e ho lasciato la tartaruga tranquilla.
Sono tornato dopo una settimana, il venerdì e la tartaruga aveva almeno altre due uova (alla fine risultate 3), apprezzabili alla palpazione. Il sabato mattina, al risveglio, ancora un uovo rotto in acqua…
A quel punto ero piuttosto nervoso. Avrei voluto lasciare l’animale in un contenitore con sabbia di fiume, all’asciutto (come mi era stato consigliato da qualche amico).
Poi ho provato l’ultima soluzione: ho messo una rete a maglie larghe sul fondo, in acqua, in modo da permettere all’animale di deporre senza mangiare le uova… purtroppo non ho valutato bene la distanza dal fondo, per cui un ultimo errore mi ha fatto perdere le ultime due uova, deposte come tutte le altre in acqua e mangiate.
Così termina la mia prima esperienza, in ambito riproduttivo, con questa specie, con una clamorosa sconfitta.
Non so se quelle uova erano fertili perché fecondate da un maschio, perché fondamentalmente non sono sicuro di avere un maschio nel gruppo, anche se ne sono convinto per via di alcune differenze (non macroscopiche) nella taglia della coda e nell’angolo degli scuti anali.
CONCLUSIONI:
1. Ha deposto sempre di notte e la mattina dopo mi faceva trovare le uova distrutte....piuttosto dispettosa, no??
2. Ho fatto diversi errori che avrò modo di correggere la prossima volta, quando mi troverò, di nuovo, di fronte a questa situazione.
3. Questa tartaruga sarebbe dichiarata estinta in natura, secondo quanto letto su una rivista. Ci sono almeno due gruppi che riproducono questa specie in maniera “massiccia” (relativamente) per tentare di reintrodurre in natura esemplari nati in cattività. Ho contattato un allevatore, che fa parte di uno di questi gruppi, e mi ha detto che i loro esemplari depongono spesso alla base di una piccola palma. Non sa se è un caso o se anche in natura depongono vicino a qualche arbusto o cose del genere (un po’ come accade per gli S. odoratus alla base di pietre, e altre tartarughe). Lo terrò in considerazione per la prossima occasione. Anche lui mi aveva consigliato l’ossitocina.
4. Perdonatemi se sono stato troppo lungo…e pesante
