pronuncia corretta "Boettgeri"

Letargo, cure, accoppiamento, deposizione ecc.
Testudo graeca, hermanni, kleinmanni, marginata
Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » sab mag 30, 2009 8:05 pm

Il latino studiato presso i licei italiani è quello eclesiastico che è una forma tarda di una lingua che ha avuto una evoluzione di circa due millenni. Nei licei delle altre nazioni i dittonghi vengono adattati alla lingua nazionale.
La G e i dittonghi in epoca classica venivano probabilmente pronunciati in maniera molto differente. Vedere:
http://it.encarta.msn.com/text_76155195 ... atina.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_latina

Anche se è impossibile ricostruire esattamente il modo in cui il latino era parlato, i metodi di pronuncia attuali sono sostanzialmente due, quello ecclesiastico e quello classico. La pronuncia classica è una ricostruzione della pronuncia d'età ciceroniana. Sue caratteristiche sono il suono duro di c e g anche davanti a i ed e, la pronuncia distinta delle vocali nei dittonghi ae e oe e la pronuncia del nesso ti davanti a vocale così com'è scritto (ad esempio, le parole proelium e anticipatio vengono lette rispettivamente 'proelium' e 'antichipatio'). Questo metodo è usato in Francia, in Germania e negli Stati Uniti. In Italia e in altri paesi europei è generalmente diffusa la pronuncia 'ecclesiastica', che legge in modo dolce c e g davanti a i ed e e legge ae, oe come e, e il nesso ti come zi (in questo caso, le parole proelium e anticipatio vengono lette rispettivamente 'prelium' e 'anticipazio').
Non esisteva differenza tra U e V gli accenti erano differenti e inoltre come per l'inglese odierno in ogni zona dell'Impero la pronuncia si differenziava, anche secondo le classi sociali.
L'esempio Washingtonia è di difficile districazione, la W non esisteva. Pronunciarla vasingtonia mi suona male, io uso uoscintonia
Boettgeri andrebbe pronunciata Boettgheri se si ha una conoscenza profonda del latino o Bettgeri se la conoscenza è liceale,
ma nessun tedesco la pronuncerà così.
In genere ognuno pronuncia la parte dedicata secondo la propria cultura o conoscenza delle lingue.
Linnaeus per evitare rogne latinizzò il suo cognome.
Per le Hermanni la cosa si complica, è la trasposizione latina di Jean Hermann, Hermann era alsaziano, una zona della Francia in cui la lingua autoctona è il tedesco, ma dato il vizio dei francesi di pronunciare alla francese ogni cognome dove facciamo cadere l'accento?!
Alla latina ecclesiastica, alla classica, alla francese o alla tedesca?! E il mio nome Ubu come pensiate che si pronunci?!

RobertaM

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda RobertaM » dom mag 31, 2009 3:25 pm

molto interessante questa discussione.
Il tuo nome si pronuncia ùbu ? :oops:

Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » lun giu 01, 2009 9:08 am

RobertaM ha scritto:molto interessante questa discussione.
Il tuo nome si pronuncia ùbu ? :oops:

übü'

Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » lun giu 01, 2009 9:11 am

LA PRONUNCIA
Pronuncia classica = pronuncia del latino del ceto colto di Roma nel I sec. a. Cr. (di Cesare, Cicerone,
fino a Tacito da una parte e Plauto dall’altra, con poche varianti):
A confronto la pronuncia classica e la pronuncia scolastica
ae/oe = come sono scritti accento su a/o
Cáesar, próelium
ae/oe = e
Caesar = Cesar; proelium = prelium
y = u francese (tyrannus) y = i (tyrannus = tirannus)
h = aspirata se iniziale (habeo) e in ph, th, ch (= gr. fqc)
(philosophus, thesaurus);
= muta se intermedia (nihil)
h = sempre muta
ph = f
philosophus = filosofus
ti = come scritto
gratia, otium …
ti + vocale > zi (gratia = grazia)
MA si legge ti S/T/X + ti; t"#; parola gr.:
ostium, Attius; ist"#us; Boeotia
c/g sono duri (= it ch./gh):
Cicero = Kikero, scio = schio, genus = ghenus, cena = chena
gn pronunciati separatamente g+n (ag-nus; mag-nus)
quu = cu / quo: (equus = ecuos, ecus)
u semivocale pronuncia u:
Valerius = ualerius; ueni = ueni
u semivocale = v consonante
Valerius = valerius; ve-ni = veni
1. Dittonghi: come si scrivono, accentati sul primo elemento: cfr. Cáesar > Kaiser (ted.); l’allitterazione di Enn. sc. 292
caua caerula candent “la volta celeste rifulge”. Ma nella pronuncia rustica si poteva pronunciare e, come attesta Lucilio
che definisce un Cecilius pretore non urbanus, ma rusticus. Di qui doppioni come faenum-fenum; glaeba-gleba; caepacepa,
etc.
[Anche –au- era letto –o-: di qui doppioni come caupo-copa, “oste-ostessa”, Claudius-Clodius, e allotropi italiani come
“Causa, cosa”, “rauco-roco”, “aureo-oro”].
Il Mediolatino anche graficamente monottonga oe/ae > e
2. Y ipsilon, i greca: aggiunta nel I sec. a Cr. per trascrivere i nomi greci. Prima era utilizzata la lettera u. Cfr. gli imprestiti
più antichi: kubernî > guberno, e il plautino Ampitruo, traslitterato come Amphitryon in età classica ('AmfitrÚwn). La y
era pronunciata come la lettera greca, come u francese, anche se la pronuncia popolare oscillava tra i/u, come confermano
gli esiti romanzi di crypta > cru(pta > grotta, gyrus > girus > giro.
3. U semivocale: i latini avevano solo un segno V/u, quindi scrivevano VIVO, uiuo (la distinzione è entrata nell’uso in età
umanistica). Non avendo il segno v, non ne avevano neppure il suono. La u/i iniziale antevocalica e interna intervocalica,
era pronunciata come semivocale (non poteva cioè costituire sillaba da sola, cfr. it. “uomo” rispetto a “uno”), e letta come
u: infatti Valerius veniva trascritto Oùalšrioj . Ne sono prova anche onomatopee come il verbo uagire, “fare ué” dei
bambini.
Dal I sec. d.Cr. il suono u semivocale tende a evolversi in fricativo analogo al b.
4. Aspirazione:
a) iniziale: si conserva;
b) intervocalica interna: già muta in età preletteraria, infatti da ne+hemo (<homo) > nemo, accanto alle forme nihil, mihi
si hanno anche nil, mi. Le forme nichil, michi sono tarde antiche e ipercorrettismi.
c) consonantica: introdotta nella II metà del II sec. a Cr. per rendere cqf, inizialmente trascritte come ctp: nel senatus
consultum sui Baccanali del 186 a. Cr. B£kch è reso con Baca. Si considerino le forme doppie Poeni - Phoeni#ces;
purpura-Porphyrion porfÚra; ampulla <ampor(a)la-amphora ¢mforeÚj.
Teoricamente andrebbero pronunciate come le corrispondenti forme greche, cioè come sorde aspirate (kh-th-ph). In epoca
imperiale la sorda aspirata f fu resa con la fricativa f. Si hanno 2 correnti, una dotta che conserva l’aspirazione e una
popolare che l’elimina o l’usa a sproposito. Catullo ricorda un certo Arrio che pronunciava commoda come se fosse stato
chommoda e insidiae come se fosse stato hinsidiae, e così via.
5. Ti - non assibilata: t era uguale in sentio e sentis, Latium e lateo. Infatti Terentius venne trascritto da Polibio con
Teršntioj . La prima testimonianza dell’assibilazione è del 140 d.C. CRESCENTSIANUS.
Dalla variazione di pronuncia si hanno gli allotropi tardo latini e medievali del tipo di pronuntiatio-pronunciatio >
“pronunzia-pronuncia”
6. Velari dinanzi a e/i: pronunciate dure, ad es. Cicero Kikero. Polibio infatti trascrive con Kikšrwn, e troviamo iscrizioni
con lo scambio C/K MARKELLINO, DEKEM(bris). Più tardi, con la palatalizzazione, in età bizantina troveremo il
gruppo ci reso con tz: Muciani diviene moutziani.
Si considerino anche gli esiti Keller (cantina)-Zelle (cella-cabina) dal latino cella (importato in epoca imperiale dai
coltivatori) e cellarium (importato dai monaci cristiani con la pronuncia palatale come la nostra).
7. Quu: labiovelare sorda non pone problemi se non dinanzi a u, come in equus, sequuntur. Esistevano 2 pronunce:
a) popolare qu- era ridotta alla velare c- dinanzi a o/u: ecus, secuntur
b) colta che conservava la -o- originaria, accanto alla labiovelare: equos, sequontur.
c) Nel I sec. si giunse al compromesso equus, sequuntur, puramente grafico, perché la pronuncia era con 1 sola u, come
testimoniano i grammatici.

Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » lun giu 01, 2009 9:17 am

Quindi nel caso Washingtonia se vogliamo considerarla una doppia v, quindi una doppia u latina classica e l'h aspirata è più corretta la dizione inglese che quella latina dei licei italiani..

Avatar utente
nico62
Messaggi: 2463
Iscritto il: mer dic 05, 2007 1:33 pm
Regione: Abruzzo
Contatta:

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda nico62 » lun giu 01, 2009 9:54 am

Con questa storia della "corretta pronuncia di Boettgeri " stiamo
innalzandoci a immensi livelli di cultura.
Grazie a tutti
Nico62

RobertaM

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda RobertaM » lun giu 01, 2009 11:26 am

aiutooooooo :oops:
Grazie ubu (non sò neanche come si scrivono i due puntini sopra le u)

Puoi darci informazioni sulla pronuncia di altre specie di tartaruga?

Avatar utente
Barbara
Messaggi: 9779
Iscritto il: mar mag 22, 2007 8:49 am
Località: Liguria La Spezia
Contatta:

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda Barbara » lun giu 01, 2009 1:30 pm

RobertaM ha scritto:aiutooooooo :oops:
Grazie ubu (non sò neanche come si scrivono i due puntini sopra le u)

Puoi darci informazioni sulla pronuncia di altre specie di tartaruga?


Interessante davvero ed ottima richiesta quella di Roberta :)
Io volevo sapere come si scrivono i puntini sopra alle vocali :wink: la mia domanda è più terrena :lol: :lol: :lol:

Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » lun giu 01, 2009 3:06 pm

RobertaM ha scritto:aiutooooooo :oops:
Grazie ubu (non sò neanche come si scrivono i due puntini sopra le u)

Puoi darci informazioni sulla pronuncia di altre specie di tartaruga?


Ora a mente mi viene
Hercegovinensis=Herzegovinensis, se vuoi utilizzare la corretta pronuncia slava di ce=ze
Soussensis=Sussansìs
Kleinmanni=Klainmanni
Graeca=Gràeca, se si una il latino di Cicerone oppure Greca se quello scolastico
Werneri=Uerneri se si usa il latino di Cicerone oppure Verneri in tedesco
Nabeulensis= Nabêlansìs alla francese, in tunisino non lo so.. ma i nomi nelle ex colonie sono trasposti in alfabeto latino seguendo le regole francesi
Anche in altre specie si incappa in errore, per esempio l'Amanita phalloides, tutti dicono fàlloide, invece è falloìde, oppure Tarassàco che in moli dicono tàrassaco.

Spero di non essermi impiccato con tutti questi accenti... :roll:

Avatar utente
ubu
Messaggi: 214
Iscritto il: gio mag 14, 2009 8:30 pm

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda ubu » lun giu 01, 2009 3:14 pm

Barbara ha scritto:
RobertaM ha scritto:aiutooooooo :oops:
Grazie ubu (non sò neanche come si scrivono i due puntini sopra le u)

Puoi darci informazioni sulla pronuncia di altre specie di tartaruga?


Interessante davvero ed ottima richiesta quella di Roberta :)
Io volevo sapere come si scrivono i puntini sopra alle vocali :wink: la mia domanda è più terrena :lol: :lol: :lol:

Se non hai una tastiera che li contempli usa
word -inserimento simboli
oppure usa una tastiera virtuale
http://www.virtualkeyboard.ws/
oppure
http://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Caratteri_speciali
Non occorre che mi ringraziate, basta che mi inviate un obolo tramite paypal... :mrgreen:

Avatar utente
manu76
Messaggi: 329
Iscritto il: mar set 12, 2006 10:43 am
Località: Lombardia

Re: pronuncia corretta "Boettgeri"

Messaggioda manu76 » mar giu 02, 2009 1:51 pm

Complimenti davvero per il discorso filologico, però anch'io Washingotnia l'ho smepre sentito pronunciare con la V in quanto secondo me non va inglesizzato ma latinizzato. Come fai a usare la pronuncia inglese in una parola latina (seppur derivante dall'inglese)? 8)


Torna a “Terrestri Mediterranee”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 20 ospiti

cron