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Messaggio inserito da sancar48
Io non intervengo con le più grandicelle, mai, restano dove sono, ma con le baby al primo letargo sì, anche perché non ho la fortuna di poterle lasciare in ampi spazi erbosi protetti( intendo protetti dalle cornacchie).E non sono molto d'accordo neanche sul fatto che il risveglio sia improvviso. Stamani ho trovato le piccoline a più livelli fra terra, paglia e foglie e anche le adulte, prima di uscire completamente, affiorano piano piano da sotto terra. Ho parlato spesso dei tanti casi in cui quando riaffiorano, si vede il carapace mentre il piastrone rimane protetto sotto terra. Quindi la mia sensazione è che il riscaldamento sia graduale e graduale sia la riattivazione dei tanti organi, soprattutto i reni.E all'inizio non si espongono completamente al sole. Anche stamani le nuove sveglie erano con una parte del corpo sotto le foglie o sotto l'erba, mentre quelle sveglie da qualche giorno erano completamente esposte. Lo noto soprattutto con le femmine che hanno una zona sopraelevata e brulla completamente al sole, quindi posso seguire le fasi del risveglio e della esposizione al sole.Perciò, mentre quando sono all'aperto secondo me seguono un loro ciclo per riattivarsi, quando interveniamo noi, a mio avviso, è meglio tenerle un giorno o due a una temperatura simile a quella massima esterna prima di portarle a un sole estivo in una zona costantemente calda come un terrario.Credo che alla fine stiamo dicendo la stessa cosa, Maurizio, per quanto riguarda il ciclo naturale.Ma non quando decidiamo, per vari motivi, di intervenire artificialmente.Se poi sia giusto intervenire o no, quando, come e perché, credo che molti di noi potrebbero scrivere un trattato sostenendo tesi interventiste o contrarie all'intervento e portare prove a favore o sfavore di un metodo piuttosto che dell'altro, basate sulle proprie esperienze, senza giungere a conclusioni definitive.
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Messaggio inserito da Ale
Sandra, mi sembra di aver letto che Tartamau, nel parlare di non intervenire, si riferisse a situazioni diverse dal trauma o dalla parassitosi o dal semplice raffreddore.
Purtroppo, per alcune affezioni virali, non c'è ancora ancora rimedio valido. I pochi farmaci che esistono aiutano ad annullare l'azione infettiva de virus, ma non la capacità di passaggio tra un asemplare e l'altro.
Il fatto che un esemlplare si riprenda da un herpes virus, crea una situazione in cui, per quanto l'animaletto resti isolato, ci sarà sempre un focolaio acceso nell'allevamento. E questa cosa potrebbe durare per decenni (cioè per tutta la vita dell'animale infettato).
Francamente, anch'io agirei in questo senso in caso di diagnosi così sfavorevole; cioè considererei ormai "andati" gli animali colpiti e agirei nei loro confronti solo per cercare di farli soffrire di meno.![]()
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