DNA per paternità

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Agostino
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Messaggioda Agostino » gio ott 30, 2008 2:23 pm

Il luogo dove inviano i campioni genetici della fauna è ad Ozzano Emilia(Bo) e si chiama Istituto Fauna Selvatica . Conosco il responsabile, il Dr. Randi che è venuto qualche anno fà a tenere una relazione al TARTARUGHE BEACH, e lui stesso ha dichiarato di non essere competente su esami sulle tartarughe.
Ci sono due soli istituti che sono competenti, un'università e uno privato, ma la materia non è ancora chiarissima.
Ricordo anche che siccome le tartarughe possono conservare lo sperma fino a 4-5 anni, e fino a pochi mesi fà era permesso di spostare gli esemplari per gli accoppiamenti, voglio proprio vedere come andrà a finire .
L'importante è di essere sicuri di possedere la madre, anche se è da identificare fra tante dell'allevamento.

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tartoombria
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Messaggioda tartoombria » gio ott 30, 2008 2:42 pm

Anche io confermo in parte quello che riporta Valentina, ma ho molte perplessità!

A me hanno detto che le analisi del DNA sono una prassi per ottenere certificazioni CITES: nel caso delle tartarughe fino allo scorso anno per gli esemplari neonati non veniva richiesto alcun tipo di analisi, ma solo un controllo visivo dei nuovi nati.

Nel caso si avesse però l'intenzione di ottenere CITES per animali adulti (i famosi fonte F - per i figli di prima generazione) vanno fatte le analisi: se non ricordo male sia i prelievi che le spese sono a cura della Forestale che mi sembra invia i propri campioni ad un laboratorio di Bolzano o Trento.

In tempi di ristrettezze economiche temo che i fondi per questi esami finiranno ben presto (ammesso che qualcuno abbia pensato anticipatamente a stanziarli) e a quel punto cosa succederà? Immagino che a chi farà richiesta delle certificazioni se vorrà ottenere i certificati gli toccherà di pagare!!!

PERO' CREDO CI SIA QUALCOSA CHE MI STA SFUGGENDO!!!???

FACCIAMO UN'IPOTESI IRREALE: ho 10 riproduttori (Wild), 50 riproduttori da certificare CITES fonte F, e 200 piccoli da certiciare fonte C avrò 60 microchip da inserire e 260 analisi da fare al prezzo indicato di circa 40euro e 15 euro ogni certificato ottenuto da rinnovare ogni anno allo stesso prezzo per i piccoli di meno di 5 anni/10 cm.

Non sono un matematico ma più o meno dovrei spendere sui 17000 euro:0 il primo anno e poi avendo lo stesso numero di nascite ogni anno successivo, ammesso che io venda tutte le nate dell'anno precedente e che quindi non avrò ulteriori spese per rinnovo certificati dell'anno precedente(e naturalmente escludendo le figlie delle wild che temo di dover tenere senza necessità di certificazioni), avrò circa 11000 euro :0 da pagare tra analisi e certificati.

Tutto questo senza parlare dei tempi e delle spese per il mantenimento delle tarte, per certificati, foto, consegna documenti, aggiornamento normativa, prelievi, visite mediche, inserimento microchip ...

E' chiaro che possedere molte tartarughe sarà una passione per soli ricchi oppure un vero e proprio lavoro; per gli altri che non hanno soldi da spendere, tempo a disposizione o interessi commerciali sarà obbligatorio ridurre quantomeno il numero degli esemplari allevati evitando che ne nascano ancora.

Una semi soluzione sarebbe quella di effettuare ANALISI A CAMPIONE sui piccoli (A SPESE LORO!), ma non serve a ridurre le spese per le analisi sui riproduttori e poi le cerrtificazioni e tutto il resto che rimangono a cura dell'allevatore.

Pertanto, in questo caso, rimanendo sui numeri dell'ipotesi di partenza dovrò spendere SOLO;) sui 3000 euro l'anno per i cerificati.

ORA VI PREGO DI DIRMI COSA MI E' SFUGGITO!!!???

guccio60
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Messaggioda guccio60 » gio ott 30, 2008 3:19 pm

o finalmente una persona che ragiona ,in questo forum non tutti fanno i tuoi conti e ragionamenti,mi era sembrato di urlare nel deserto

cleo
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Messaggioda cleo » gio ott 30, 2008 3:49 pm

Secondo me questa nuova incasinata normativa sarebbe almeno per il momento da ignorare non richiedendo cites non mettendo microchips e non facendo integrazioni fotografiche alle denunce di nascita, tanto per tenersele si è legalmente in regola anche cosi', visto che la fanno comunque tanto difficoltosa sta cosa va a finire che poi uno se le dovra' tenere comunque con l'aggiunta di aver sprecato tempo e denaro rischiando magari anche qualche sanzione per qualche difformita' nelle documentazioni prodotte, resta inteso che questo è soltanto un mio pensiero e il modo in cui ho deciso di fare

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Carmen
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Messaggioda Carmen » gio ott 30, 2008 3:55 pm

Io credo che ci sia sfuggito che tutte queste complicazioni burocratiche mirano a farci abbandonare l'allevamento delle tartarughe.
Punto e basta.
L'allevamento amatoriale è visto come una piaga e l'unico modo per eliminarlo è renderlo impossibile.

Per quanto riguarda l'amico che ha aperto il post, stò aspettando anche io delucidazioni, perchè la faccenda mi pare alquanto strana...
si spiegherebbe solo nel caso lui avesse richiesto i certificati CITES, altrimenti a che scopo indagare sulla paternità ?
Trà l'altro mi pare un pò strano che portando delle tartarughe a sverminare, queste siano messe in contatto con altre tartarughe senza un'adeguata quarantena, trà l'altro da un veterinario!!!xx(
E poi...quanto è durata la sverminazione visto che hanno fatto in tempo ad accoppiarsi e anche a fare le uova ???:0

guccio60
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Messaggioda guccio60 » gio ott 30, 2008 4:47 pm

quoto carmen, the best:)

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Sandra
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Messaggioda Sandra » ven ott 31, 2008 12:47 am

Scusate, ma questo è terrorismo. Calmatevi. Io non ho letto da nessuna parte che nel richiedere i Cites c'è l'obbligo di pagare l'analisi del DNA.Se qualche Forestale lo dice, può darsi che lo faccia perché hanno l'ordine di scoraggiarci in tutti i modi dal presentare le Richieste. Se sarà vero, quando ci chiederanno di pagare cifre incredibili, ci rifiuteremo( non ottenendo i cites, che del resto non abbiamo neanche ora) e magari faremo anche un ricorsino per estorsione.Ma io non credo.La normativa che stanno attuando è attiva in altri Paesi Europei. Da noi in questo momento è più severa che in altri Paesi, ma non può discostarsi più di tanto.Il dna delle testudo è nebuloso, lo abbiamo detto tante volte.Quindi calma, comportiamoci civilmente e andiamo avanti. Le varie sezioni Cites non sanno come intende regolarsi la Commissione Scientifica, hanno solo avuto istruzioni di scoraggiarci. Valentina, io HO MANDATO la Richiesta di Certificazione senza allegare il DNA, ho messo il microchip perché mi è stato premesso che "era gradito" non obbligatorio. L'ho chiesta per ottenere la risposta " Non conforme art. 54" , cioè un primo Gruppo Riproduttore. e' il primo passo. Se mi daranno questa risposta,chiederò i Cites per i figli di questo Gruppo. So già cosa succederà dopo, se mi andrà bene,e non mi terrorizza. Verranno a fare un sopralluogo e a certificare tutti gli esemplari adulti, a controllare i microchip, i recinti. Un po' stressante ma niente di mortale.Insomma, viviamo pur sempre in un paese civile, cosa pensate, che alla fine vi brucino in Piazza ?
Con tutto questo abbiamo perso di vista Fcazz, che non ha risposto alla mia domanda.
Il motivo per cui l'ho posta può intuirlo da tutto quello che abbiamo scritto. Non è probabile che venga fatto un accertamento DNA per una Denuncia di Nascita perché per fare il prelievo ( ammesso che poi sia possibile l'analisi) ci vuole un veterinario, perchè non può essere messa a rischio la salute e la vita degli animali e perché un prelievo fatto male è inutile.
Non può farla chiunque e soprattutto non può essere fatta su dei neonati.
Se si intende farla con prelievo di sangue, questa non è più la stagione: la circolazione sanguigna ormai è rallentata e il prelievo è difficoltosissimo e scarso.
Di questo posso dare testimonianza :D
Se si tratta di una richiesta di prelievo per una Richiesta di Certificazione Cites, avrebbe dovuto avere prima il sopralluogo e poi la richiesta come eventuale integrazione per ottenere un parere Positivo
Questo sempre ammesso che l'Analisi del DNA sia possibile per la familiarità, visto che si sta cercando il padre.
Mamma mia, ho scritto un romanzo:I

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tartoombria
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Messaggioda tartoombria » ven ott 31, 2008 9:45 am

Finalmente qualcuno che ha capito la mia "terroristica provocazione"!

ORA VI DICO IO COSA MI ERA SFUGGITO!

Ho imparato che le cose vanno sempre analizzate da diversi punti di vista affinché non se ne abbia una visione distorta.

E' chiaro che l'Italia debba adeguarsi a norme che in Europa funzionano già da anni, ma è anche vero che il nostro paese in termine di tartarughe è peculiare rispetto a tutti gli altri.

Innanzitutto è uno dei pochi paesi ad ospitare tante popolazioni selvatiche ed in particolare, la Testudo hermanni hermanni trova nelle popolazioni italiane le sue ultime possibilità di sopravvivenza in natura.

E' evidente che la responsabilità dell'Italia in questo caso è diversa da quella della Germania che non ha popolazioni selvatiche di tartarughe!!!

Allo stesso tempo, è una vera tradizione nel nostro paese allevare tartarughe in giardino, tanto che attualmente siamo di fronte al paradosso che abbiamo più tartarughe allevate di quante ne sopravvivano in natura.

E' chiaro che le popolazioni selvatiche debbano essere tutelate da prelievi incontrollati da parte dei bracconieri e non solo, ma allo stesso tempo le norme dovranno fare i conti con questa abbondanza di esemplari allevati da persone di ogni età e di ogni ceto sociale non scoraggiando la legalità chiedendo cifre e pratiche burocratiche impossibili.

Io presumo che quello che va fatto in questo momento è portare avanti una proposta chiara in grado di conciliare l'inevitabile esigenza di uniformarsi alle norme europee e un'attuabilità attagliata al nostro paese raggiungibile solo attraverso il buon senso e soprattutto il dialogo tra i diversi soggetti chiamati in causa.

E' inutile porre dei muri tra la CITES che a livello mondiale sta cercando di tutelare le specie minacciate, la Forestale che opera sul territorio nazionale, gli allevatori che mettono il loro impegno nel raccogliere informazioni e riprodurre questi animali, i ricercatori che fanno il loro lavoro, i commercianti che fanno lo stesso.

Molti di noi hanno sperimentato sulla propria pelle le difficoltà interpretative iniziali (e non solo!) della nuova norma, ma è inutile rifiutarla o snobbarla rifugiandosi nell'illegalità (abbandoni, mancate denunce ...). Così facendo si finisce per ridurre sempre di più la propria credibilità agli occhi degli organi istituzionali annientando qualsiasi possibilità di scambio e dialogo.

Scusate il "mattone di romanzo", ma forse sarà il caso di rimboccarsi le maniche e se si impronta il proprio comportamento su correttezza e determinazione non c'è DNA o legge che ci può far tremare, certo è che ognuno deve sapere da dove parte e dove vuole arrivare altrimenti è meglio che lasci perdere subito, ma questo non vale solo per le tarte.

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Carmen
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Messaggioda Carmen » ven ott 31, 2008 10:12 am

Io vorrei dire solo una cosa a Sandra: che io sappia negli altri paesi Europei è tutto molto semplificato, inoltre in molti altri paesi Europei, non ci sono le tartarughe che ci sono in Italia, visto che da noi vivono tranquillamente in giardino tutto l'anno.

Vorrei solo vedere quanti in Germania, Olanda o Norvegia hanno due-trecento tartarughe in giardino!!!

Certo che con due tartarughe a testa le leggi potrebbero essere anche un pò più complicate, ma guardacaso non lo sono, lo sono solo quà, che le tartarughe le troviamo anche sotto le pietre!!!!

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Messaggioda Carmen » ven ott 31, 2008 10:20 am

Per Lorenzo,
ma chi non ha materialemente i soldi, e saranno certamente tanti, con questa crisi che c'è ( prova a venire dalle mie parti ), anche con tutta la buona volontà....come fà a rimanere nella legalità?

Sai, quando è uscita la legge che obbligava a microchippare i cani, i comuni della mia zona offrivano questo servizio gratuitamente, ed erano solo 30 euro.

Per le tartarughe è diverso? eppure sono animali protetti ed in via d'estinzione al contrario dei cani....

Mi sfugge il perchè la legge deve obbligarti a spendere dei soldi per metterti in regola...

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Messaggioda tartoombria » ven ott 31, 2008 10:55 am

Infatti io penso proprio che non potranno obbligarci a pagare cifre assurde a meno che il nostro proposito non sia quello di diventare commercianti!

I commercianti di tarte non possono essere più privilegiati dei commercianti di gatti, pappagalli, pitoni o furetti!!!

Tutti gli allevatori che hanno tanti esemplari, nonostante la nuova normativa, hanno cercato (spesso con sforzi notevoli!) di fare del loro meglio rimanendo nella legalità con la speranza che le cose migliorino in futuro, perché non dovrebbero farlo gli altri?

Perché una persona che denuncia 4 nascite dovrebbe preoccuparsi dell'esame del DNA?

Se la legge è stata fatta è chiaro che qualcosa sta cambiando: le istituizioni hanno il diritto di verificare che la norma venga applicata, perché la cosa dovrebbe stupirci?

Ripeto che secondo me se i grandi "allevatori storici" riescono a far fronte a tanto disagio gli altri non dovrebbero far altro che seguirli, ma a questo punto sta ai "vecchi" formulare proposte e promuovere il confronto con le autorità affinché le cose vengano semplificate e rese più economiche in futuro, ma bisogna far attenzione a non perdere di credibilità gettandosi nella mischia di affermazioni tanto banali quanto assurde tipiche dei giovani!

Chi alleva animali da anni sa che le leggi cambiano, ma potrebbe anche andare peggio!

Avete mai letto il seguente comma dell'art. 8 del Reg. CE 338/97?

"2. Gli Stati membri possono vietare la detenzione di esemplari in particolare di animali vivi
appartenenti a specie dell'allegato A."

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Messaggioda beppe56 » ven ott 31, 2008 11:54 am

SCUSATE RAGAZZI MA L'ARTICOLO 54 DEL REGOLAMENTO(CE)_865/06 NON DICE CHE E' RICHIESTO OBBLIGATORIAMENTE L'ESAME DEL DNA PER RICHIEDE I CITES, MA BENSI SOLO SE LO RITIENE NECESSARIO.

Articolo 55
Determinazione dell'ascendenza
Se un'autorità competente ritiene necessario stabilire, ai fini
dell'articolo 54, dell'articolo 62, paragrafo 1, o dell'articolo 63,
paragrafo 1, l'ascendenza di un animale attraverso analisi del
sangue o di altri tessuti, il detentore mette a disposizione le
analisi in suo possesso o i campioni occorrenti secondo le
modalità stabilite dall'autorità medesima.

ESEMPLARI NATI E ALLEVATI IN CATTIVITÀ ED ESEMPLARI
RIPRODOTTI ARTIFICIALMENTE

Articolo 54

Esemplari delle specie animali nati e allevati in cattività
Salvo il disposto dell'articolo 55, un esemplare di una specie
animale si considera nato e allevato in cattività soltanto quando
un organo di gestione competente, in consultazione con
un'autorità scientifica competente dello Stato membro interessato,
abbia accertato quanto segue:

1) l'esemplare in questione discende o deriva da un discendente
nato o altrimenti prodotto in ambiente controllato:
a) da genitori che si sono accoppiati o hanno in altra
guisa trasferito gameti in ambiente controllato, se la
riproduzione è sessuata;
b) da genitori che si trovavano in ambiente controllato
quando è cominciato lo sviluppo del discendente, se la
riproduzione è asessuata;

2) la riserva riproduttiva originaria è stata costituita in
osservanza della normativa a essa applicabile alla data
della sua acquisizione ed in modo non nocivo per la
sopravvivenza delle specie interessate in ambiente naturale;

3) la riserva riproduttiva originaria è mantenuta senza
immissioni dall'ambiente naturale, fatti salvi apporti
occasionali di animali, uova o gameti, conformi alla
normativa applicabile e in modo non nocivo per la
sopravvivenza delle specie interessate in ambiente naturale,
unicamente a uno o più dei seguenti fini:
a) impedire o limitare incroci nocivi, fermo restando che
l'entità di tale apporto deve essere determinata dalla
necessità di creare nuovo materiale genetico;
L 166/16 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 19.6.2006
b) disporre di animali confiscati in conformità dell'articolo
16, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 338/97;
c) per l'utilizzo, in via eccezionale, come riserva riproduttiva;

4) la riserva riproduttiva ha prodotto discendenti della
seconda o di successive generazioni (F2, F3 e via dicendo)
in ambiente controllato o è gestita con modalità che si sono
dimostrate idonee a produrre in modo affidabile discendenti
di seconda generazione in ambiente controllato.

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Messaggioda Carmen » ven ott 31, 2008 11:56 am

Ma i grandi allevatori storici sono nelle condizioni di poter richiedere i certificati per la vendita, perchè sicuramente hanno tartarughe di varie generazioni, quindi dopo tutta la fatica si potrebbero rifare delle spese.

Ma chi ha 4 nascite, come dici tu, o chi da poco alleva, come me ( sono 6 anni che ho nascite e nessun riproduttore di seconda generazione ), perchè dovrebbe seguire gli allevatori storici, se non è nelle condizioni di poter ottenere uno straccio di documento che ti permetta di rifarti almeno delle spese sostenute?
( che non sono poche )xx(

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Messaggioda tartoombria » ven ott 31, 2008 12:37 pm

X beppe56: giusto! Penso che chi lo dispone lo ritienga necessario!

X Carmen: non ci posso credere! Non lo sapevo che avessi le tarte da così poco tempo! In relatà forse la tua è una delle posizioni peggiori, lo riconosco, hai tante tarte senza la possibilità di ottenere certificati di vendità.

Comunque penso che le tue prime piccole a breve inizieranno a fare uova e anche tu potrai rifarti delle spese! Fino a quel momento dovrai stringere i denti e poi anche tu inserirai microchip e otterrai i CITES!

Mentre per i piccoli allevatori la nuova normativa lasciando aperta la possibilità della "cessione gratuita" non ha variato molto le cose, ma ora finiamo di andare troppo fuori tema... si parlava di DNA!

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Messaggioda beppe56 » ven ott 31, 2008 2:05 pm

Guarda che io ho risposto in quella maniera perchè da come si era messa la discussione sembrava che tutte le richieste di CITES doveno per forza fare il DNA.
Ma pensa fare il DNA a delle piccole di pochi grammi che se per errore tiri un po' di sangue in più ti muore dissanguata.


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