Multe, non multe, sanzioni e quant'altro, a parer mio non servono a nulla. Ciò che bisogna chiedersi è perchè queste cose avvengono e come intervenire per disincentivarle sul nascere.
Queste cose prima del '95 non esistevano o erano molto limitate, come erano molto limitati i prelievi in natura, ritengo che tutto ciò sia dovuto ad una interpretazione ed applicazione "che lascia molto a desiderare" delle normative CITES. Se si vule salvaguardare la tartaruga, la prima cosa da fare è la salvaguardia dell'ambiente dalla cementificazione, dagli incendi, dall'inquinamento, ma quando ci sono sotto altri interessi questo passa in secondo piano.
Poi non ritengo che le tarte siano in via di estinzione,da essere trattate alla stessa stregua delle tigri del Bengala, i numeri parlano chiaro, migliaia di esemplari trafficati e migliaia di esemplari nati in cattività da pochi allevatori amatoriali.
Una cosa è certa, quando esiste del "proibizionismo" la conseguenza immediata è l' "accaparramento" ed il "contrabbando". Quanti sono diventati allevatori dopo il '95? Quanti avevano una o due tarte in giardino ed ora ne hanno decine o centinaia? E questo NON si chiama salvaguardia!
In ultimo per disincentivare sul nascere il mercato clandestino basterebbe liberalizzare il mercato per le tarte nate in cattività da genitori in regola e decine di migliaia di esemplari saebbero disponibili a costi ridotti. Ma questo, che potrebbe risolvere almeno in parte il problema dell'importazione clandestina e i prelievi in natura, non lo si vuole assolutamente fare .... come in ogni cosa ci sono sotto interessi che contano di più.
Ciao