curiosità

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isabella
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curiosità

Messaggioda isabella » ven set 14, 2007 9:45 am

in molte occasioni ho letto che nn bisogna mia baciare le tarta ma nn viene detto il perchè, forse sarà una domanda stupida ma qualcuno di voi lo sa?:X

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Tortugo
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Messaggioda Tortugo » ven set 14, 2007 9:47 am

perchè alcuni virus sono trasmissibili dall'uomo alla tarta (ho sempre letto che non può accadere i contrario!)

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EDG
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Messaggioda EDG » ven set 14, 2007 9:49 am

Forse per lo stesso motivo con cui non si bacia alcun animale, contagio di possibili germi o malattie!

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isabella
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Messaggioda isabella » ven set 14, 2007 9:52 am

onestamente qualche baciotto al mio cocker lo do,

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Tortugo
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Messaggioda Tortugo » ven set 14, 2007 9:55 am

Citazione:
Messaggio inserito da isabella

onestamente qualche baciotto al mio cocker lo do,



ma in maniera consapevole...cioè sai delle possibili situazioni a cui potresti andar incontro. Con le tartarughe è la stessa cosa, ma devi considerare che sono loro quelle che potrebbero pagarne maggiormente le conseguenze!;)

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VerdeGiada
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Messaggioda VerdeGiada » ven set 14, 2007 9:58 am

Scusa isabella se intervengo nella tua discussione ma, a proposito di curiosità...COCCOLE ALLE TARTARUGHE??? :0
Ho letto che esistono specie più o meno "espansive" (alcune dopo un po' di tempo imparano a riconoscere il padrone)...Ma secondo voi le tarta gradiscono le coccole?
Molto probabilmente è una domanda stupida. :I Chiedo scusa anticipatamente, sono abituata a trattare con gatti o cani, sicuramente animali più "disinibiti".
Non credo che una tartaruga possa fare le fusa o scodinzolare se vuole un po' di attenzione...e allora? Meglio lasciarle in santa pace? :)
Ciao

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Messaggioda chelus- fimbriatus » ven set 14, 2007 10:20 am

per verdegiada penso che qualche carezza ogni tanto non fa gnente ma mano la smazzi e meno gli crei stres quindi meglio fare coccole a cani o gatti:)

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VerdeGiada
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Messaggioda VerdeGiada » ven set 14, 2007 10:25 am

Citazione:
Messaggio inserito da chelus- fimbriatus

per verdegiada penso che qualche carezza ogni tanto non fa gnente ma mano la smazzi e meno gli crei stres quindi meglio fare coccole a cani o gatti:)



Immaginavo! :I
Io a casa ho solo un gatto...e pure lui non è che si conceda molto ai "grattini"-coccole!!! :D
Grazie!

n/a11

Messaggioda n/a11 » ven set 14, 2007 10:27 am

Un fratello di mia nonna morì di cisti canina, il fratello di una mia cognata è morto 16 mesi fa della stessa cosa, la cisti era addossata al fegato da 35 anni ed era inoperabile, a seguito di un trauma si è aperta, i vermetti sono andati in circolo, si è ostruita una orta ed è moto in pochi secondi.
Mai baciare gli animali e lavarsi sempre le mani dopo avreli manipolati.

Citazione:
Messaggio inserito da isabella

onestamente qualche baciotto al mio cocker lo do,


n/a11

Messaggioda n/a11 » ven set 14, 2007 10:29 am

L'echinococcosi del fegato (più comunemente chiamata cisti da echinococco) è una malattia che viene trasmessa all'uomo dagli animali. È causato dalle larve della tenia di echinococco che, appunto, si ritrova solitamente negli animali ma che accidentalmente può arrivare all'uomo. La forma più comune è causata dall'Echinococcus Granulosus.
La malattia è conosciuta sin dall'antichità: la parola viene infatti dalla lingua greca e significa "bacca di riccio" o "vescica d'acqua". La vera natura di questa malattia è però stata definita solo a metà del 19° secolo.
Nell'uomo l'echinococcosi interessa principalmente il fegato, ma può manifestarsi anche nel polmone, nella milza, nel peritoneo e in altre parti del corpo.
L'echinococcosi è una malattia particolarmente presente nelle aree di diffusione delle pecore, che rappresentano l'ospite intermedio, ma è presente in tutto il mondo perché il cane è l'ospite definitivo.
L'echinococco arriva all'uomo mediante l'ingestione di cibi infestati dall'uovo (molto spesso verdure poco pulite). I succhi prodotti dall'intestino durante la digestione rompono il guscio, facendo fuoriuscire l'embrione esacanto, che penetra attraverso le pareti dell'intestino stesso. L'embrione giunge quindi al fegato attraverso i vasi linfatici o il sangue venoso.
La cisti già è già visibile nel fegato dopo tre settimane dal suo arrivo. La sua parete (si chiama pericistio) non è prodotta dall'echinococco, ma è una reazione propria del fegato, che cerca in questo modo di delimitare la cisti tramite la produzione di una capsula fibrosa che la circonda. La crescita dell'echinococco generalmente è sferica, ma i vasi che sono all'interno del fegato ne possono modificare la forma.
Il contenuto della cisti è il liquido idatideo, che ha un elevato potere di stimolare le capacità allergiche del paziente.
Dall'esterno all'interno l'echinococco è quindi costituito da:

-pericistio: è la parete della cisti, che è prodotta dal fegato come reazione di difesa nei confronti della cisti stessa;

-parete della cisti: formata da due membrane: la chitinosa (più esterna) e la proligera (che serve alla cisti per riprodursi:

-liquido idatideo: è il contenuto della cisti, di aspetto solitamente limpido, che può provocare forti reazioni allergiche.


La cisti di echinococco semplice, non complicata, di solito non causa alcun sintomo.
I problemi per il paziente possono nascere in rapporto alla sede della cisti, alle sue dimensioni, allo stadio dello sviluppo a cui è giunta, alla sua vitalità ed al possibile sovrapporsi di altre infezioni.
Il sintomo più comune è il dolore (anche in più dell'80% dei casi). Meno comuni sono i disturbi digestivi (#8776;30%), la febbre (circa 15%), l'ittero (l'insorgenza di una colorazione giallastra della pelle, circa 10%), i disturbi di tipo allergico (circa5%) simili all'orticaria.
Un capitolo a parte deve essere riservato ai problemi alle vie biliari che possono essere causati dall'echinococco. La crescita della cisti all'interno del fegato può infatti esercitare una compressione sulle vie biliari, modificandone la posizione. Nei punti in cui vengono a contatto, la parete della cisti e quella della via biliare si indeboliscono. In considerazione del fatto che la pressione che c'è all'interno della cisti supera sempre quella che si trova all'interno della via biliare, la cisti si rompe all'interno delle vie biliari. Questo può accadere in un 5-10% dei casi. La rottura della cisti all'interno delle vie biliari può dare origine a fistole, al passaggio delle cisti nelle vie biliari (che si possono comportare come dei veri e propri calcoli) e all'infezione della cisti. I possibili sintomi che il paziente può accusare sono quelli della colica biliare, la comparsa dell'ittero e si possono verificare delle reazioni simili all'orticaria.
Un'altra complicanza è legata alla rottura della cisti, che può avvenire in una percentuale considerevole dei casi (dal 50% al 95% nelle varie casistiche). La rottura può avvenire all'interno della cavità addominale (in peritoneo, nel 12% dei casi), nel torace (attraverso la pleura, nel 10% dei casi) e nelle vie biliari, come già ricordato poco sopra.
Non esistono esami del sangue che possono diagnosticare con sicurezza la presenza di una cisti da echinococco. Anche gli esami che cercano di sfruttare le caratteristiche allergeniche dell'echinococco non sono completamente affidabili.
La diagnosi di echinococcosi viene quindi fatto in base a come la cisti appare alle indagini radiologiche. Le sue caratteristiche sono di lesioni ben demarcate, circoscritte, dall'aspetto non infiltrante, solitarie o multiple, uniloculari o muliloculari.
L'ecografia rileva il tipico aspetto delle cisti, può mostrare la presenza delle cisti figlie all'interno della cisti e riesce a distinguere la causa dell'ostruzione della vie biliare nei pazienti che sono diventati gialli.
La TAC è forse l'esame più utile. Fornisce informazioni sulla vitalità della cisti (mostrando la densità del contenuto della cisti, la presenza di cisti figlie e di cisti al di fuori del fegato). Segno tipico della presenza di una cisti di echinococco sono le calcificazioni che vengono rilevate nella parete nel 20-30% dei casi. L'esame è indispensabile al chirurgo per verificare la posizione dell'echinococco nel fegato e per decidere come eseguire l'intervento chirurgico.
La Risonanza Magnetica Nucleare può fornire informazioni migliori della TAC nella descrizione del pericistio.
La cisti da echinococco deve essere trattata, a meno che le indagini radiologiche non indichino con assoluta sicurezza che la cisti è già morta.

I motivi per cui la cisti deve essere curata sono:

-la possibile presenza di sintomi;

-il rischio di insorgenza di uno shock anafilattico;

-il rischio di rottura nelle vie biliari, nel torace e nel peritoneo;

-il rischio di infezioni.

La principale e più efficace possibilità di cura è legata all'asportazione della cisti con la chirurgia.

Come in tutti gli interventi, l'indicazione nasce sia dalle condizioni generali del paziente, sia dalle caratteristiche della cisti (numero delle cisti, dimensioni, loro localizzazioni nel fegato, rapporti con i principali vasi sanguigni, in particolare con la vena cava inferiore).
L'intervento viene eseguito con l'obiettivo di sterilizzare e rimuovere il parassita, di prevenire una possibile contaminazione durante l'intervento e di gestire in maniera accurata la possibile cavità residua dopo l'asportazione. L'uso della formalina durante l'intervento deve essere accuratamente evitato, per l'accertato rischio di colangite sclerosante secondaria dovuta a questa sostanza. Bisogna poi ricordare che almeno il 50% delle cisti da echinococco più voluminose presentano fistole biliari.
Gli interventi chirurgici per idatidosi si distinguono in conservativi e radicali:



-Conservativo
Intervento che, a causa delle caratteristiche della cisti, prevede la rimozione di una sola porzione della parete (più o meno grande), dopo avere svuotato il contenuto.
Marsupializzazione

Pericistectomia parziale

Pericistectomia subtotale

-Radicale
Intervento che prevede la rimozione totale della cisti e della sua parete. Pericistectomia totale a cisti chiusa

Pericistectomia totale a cisti aperta

Resezione epatica


Gli interventi di tipo radicale presentano minori percentuali di complicanze biliari postoperatorie e di recidiva dell'infezione da echinococco.

-Terapia medica: si basa sulla somministrazione di due farmaci, dal nome albendazolo e mebendazolo. La terapia è efficace solo nel 30% dei casi, e lo è di più per le forme del polmone. Il successo della terapia dipende dall'assorbimento del farmaco da parte del paziente, dallo stadio della malattia e anche dai criteri con cui vengono valutati i risultati.

Echinococcosi Alveolare

È causato dall'Echinococcus Multilocularis ed è una fra le malattie da elminti più letali per l'uomo, anche se è assai inusuale.
Gli ospiti naturali dell'agente infettivo sono le volpi e i piccoli roditori.
Nell'uomo la malattia è progressiva e aggressiva, provocando la distruzione del parenchima del fegato, per arrivare ai sintomi della vera e propria insufficienza epatica.
La formulazione di una diagnosi preoperatoria è assai difficile (circa 50% dei casi).

Davide
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Messaggioda Davide » ven set 14, 2007 11:58 am

Citazione:
Messaggio inserito da isabella

in molte occasioni ho letto che nn bisogna mia baciare le tarta ma nn viene detto il perchè, forse sarà una domanda stupida ma qualcuno di voi lo sa?:X



Perché la tartaruga è un aminale che striscia per terra, che si nutre anche di feci e occasionalmente di piccoli animali morti, ed è quindi molto contaminata.
E' ovviamente estremamente antigenico baciarla perché puoi ingerire uova di vermi, parassiti intestinali quali lo Giardia lambia, tenia echinococco, toxoplasma gondii..., batteri presenti nel terreno o nelle feci con le quali la tartaruga potrebbe venire a contatto.....
Al contrario l'uomo baciando la tartaruga non le trasmette probabilmente nulla di patogeno.

agnese
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Messaggioda agnese » ven set 14, 2007 12:29 pm

Quelle dell'allevatore che le teneva solo in casa quindi sarebbero meno "contaminate" o il rischio di trasmettere malattie all'uomo sarebbe lo stesso a prescindere dal luogo in cui vive l'animale?

Davide
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Messaggioda Davide » ven set 14, 2007 12:39 pm

Citazione:
Messaggio inserito da agnese

Quelle dell'allevatore che le teneva solo in casa quindi sarebbero meno "contaminate" o il rischio di trasmettere malattie all'uomo sarebbe lo stesso a prescindere dal luogo in cui vive l'animale?




Tartarughe nate e cresciuti in terrari ben allestiti non hanno contatti con deiezioni e liquidi organici di altri animali,
col suolo variamente contaminato degli spazi aperti, pertanto la probabilità di trasmettere all'uomo qualche infezione o infestazione è molto inferiore.

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Sandra
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Messaggioda Sandra » ven set 14, 2007 11:04 pm

Wow! A leggervi fate paura !Ho allevato animali dalla culla e sto per compiere 59 anni. Ho maneggiato cani, gatti, uccelli polli , conigli, capre cavalli, agnelli, anatre tacchini,lucertole,gechi, ricci, serpi e infine tartarughe.Non mi hanno ancora trasmesso un bel niente e non sono " infestata".Forse ho ereditato geni speciali dalla mia nonna contadina, o forse, più semplicemente, ho seguito banali e semplici norme igieniche per me e per i miei animali, tipo tenere loro puliti, sani, ben alloggiati e ben nutriti, vaccinati, sverminati.Mi lavo spessissimo le mani, uso abiti "adibiti", da allevamento, da casa, da città.Idem per le scarpe. Non bacio le tartarughe, evito di farlo anche con gli altri animali, umani compresi, che, secondo me, sono i più temibili portatori di malattie perché fisicamente a me più simili.Non mi nego altre affettuasità con i miei " amici" di pelo, di piume e di piastre e le esibizioni del mio grecone, quando gli gratto la pancia, sono ormai leggendarie.Le mie tartarughe non si rintanano, non scappano, non si ritirano nel guscio e , soprattutto, non sono stressate.Raccomando a Isabella di non farsi tentare a confinare le sue tartine in " terrari ben allestiti", privandole di spazio e vita all'aria aperta per paura di improbabili malattie.E di non temere, qualunque creatura al mondo capisce in pochissimo tempo la differenza fra un gesto di aggressione e una pacifica espressione di affetto e, per associazione, fra un probabile predatore e un amico.

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Messaggioda errici » sab set 15, 2007 2:03 am

non sono daccordo con sancar,
cani e gatti hanno avuto migliaia di anni di evoluzione caratterizzata dalla presenza dell'uomo,e hanno perso molti dei loro istinti nella loro evoluzione proprio per questo..e sono animali senza un loro habitat oltre al fatto che sono mammiferi.
I rettili sono completamente differenti,sin dalla nascita sono dotati di informazioni sulla sopravivenza,insomma sono degli adulti in miniatura, e sono concepiti per vivere in determinati posti e a determinate condizioni,proprio per questo ti do ragione quando dici che la tartaruga deve stare in giardino,però aggiungo se è autoctona,perchè se alloctona bisogna dargli le condizioni dell'habitat in cui vive,e quindi il terrario è indispensabile.
Chiaro che se una tartaruga o qualsiasi altro animale si abbitua a determinate condizioni come nel tuo caso i grattini puo essere possibile,ma moralmente è sbagliatissimo,perchè io credo che un allevatore deve avere la responsabilità di trattare una specie per quello che è,perchè per le tartarughe si potrebbe verificare quello che è successo per cani(che un tempo erano lupi) e gatti (che un tempo erano linci o stretti parenti del silvestris ancora presente).
C'è chi vede lontana una simile prospettiva,ma io credo invece che sia gia in atto da piu di 2000 anni,non a caso gia all'epoca dei romani era diffusa l'abbitudine di mettere tartarughe in giardino come anche il fatto che di pascoli portati dall'uomo in zone frequentate da tarte è ancora piu antico,e forse rispetto ad altri allevamenti quello della tartaruga piu che mai è centrato sulla conservazione della specie,e modificarne un qualche carattere sarebbe un grave fallimento(uno dei tanti) del genere umano.
La tartaruga è un animale piu istintivo di quanto si crede,e tanto per fare un esempio io soffiavo delicatamente il musetto di una mia tartaruga, e vedevo a modo mio sulla sua faccia una forma di gradimento,poi qualche tempo dopo quando mi è morta in mano dopo una brutta malattia e aveva la stessa faccia mi sono ricreduto su molte cose,questo è in risposta a quando dici che non si stressano le tue tartarughe.

Ultimo anedoto..dopo due anni di grattini e buon cibo ad un gatto mettelo fuori e vedete se torna,poi fate lo stesso con una tartaruga e mettetela fuori dal giardino e vedete se torna....


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