Io sono di questo parere: le Terrapene, specialmente quelle più acquatiche, sanno nuotare. Chiaramente contenitori stretti e profondi, magari con pochi appigli per tornare in superficie farebbero annegare anche una tartaruga prettamente acquatica. L'ideale sarebbe creare spazi piuttosto larghi, chiaramente non profondi 2 metri. E' indispensabile che ci siano appigli o tanti punti che possano rendere facile la risalita, ma non per questo l'acqua deve essere profonda solo 3-4 cm.
Conosco persone che le allevano in recinti in cui sono presenti laghetti profondi anche 50 cm e non hanno mai avuto problemi...chiaramente con piante, tronchi e mattoni per farle salire velocemente.
Fatta questa premessa vorrei sottolineare che "prevenire è meglio che curare"
, quindi, per evitare brutte sorprese, meglio utilizzare, come detto da Gianfranco, contenitori più larghi e meno profondi!
E aggiungo che molto varia anche da esemplare ad esemplare. Nella descrizione delle Cyclemys pulchristriata, in un articolo sull'ultimo numero di Testudo Magazine, c'è scritto che spesso si trovano queste tartarughe mentre nuotano in fiumi piuttosto grandi, anche con una certa corrente. Nessuno potrebbe mai immaginare che queste tartarughe, che sembrano prevalentemente terresti o comunque tipiche di habitat di palude (tipo risaie), con livelli d'acqua piuttosto bassi, possano nuotare senza troppi problemi. Lo stesso vale per C. carbonaria, vista nuotare in corpi d'acqua abbastanza ampi.
Pelomedusa subrufa, invece, che in molti video sembra abitare anche bacini africani di notevoli dimensioni, fa molta fatica a nuotare in acque profonde (quindi laghetti), soprattutto se prive di punti in cui è agevole la risalita.
Con questo voglio dire che molto dipende anche dagli esemplari e da come sono stati abituati in cattività!