Determinare se una tartaruga è maschio o femmina è importante, anche per la conservazione delle specie a rischio. Ma è difficile farlo prima dei 7-10 anni. Finora venivano usati metodi invasivi o persino l’eutanasia. Ma ora ricercatori italiani hanno messo a punto un sistema nuovo, sicuro e indolore
Scoprire il sesso delle tartarughe. La cosa potrebbe strappare un sorriso se non si trattasse di un’attività per niente scontata: la maggior parte delle tartarughe, infatti, rivela con sicurezza il proprio sesso solo all’età di 7-10 anni, ma saperlo prima serve per scopi di conservazione, per esempio per selezionare esemplari di specie a rischio da far riprodurre in cattività per la successiva reintroduzione. O, ancora, per determinare a fini di conservazione delle percentuali di maschi e femmine in una determinata popolazione.
Fino a oggi per questa operazione erano disponibili tecniche invasive, come un'operazione chirurgica in endoscopia, o addirittura con l’eutanasia di alcuni animali e successiva dissezione, circostanza quanto meno discutibile quando si ha a che fare con specie già a rischio. Ora, però, una nuova tecnica, semplice e non invasiva, è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori italiani: Paolo Selleri, Nicola Di Girolamo, della Clinica per animali esotici, centro veterinario specialistico di Roma che si occupa di animali «non convenzionali», e Raffaele Melidone, del laboratorio statunitense Antech.
Una ricerca che sta per essere pubblicata sul Journal of the American Veterinary Medical Association. «Le tartarughe hanno una vescica urinaria molto estensibile e trasparente» spiega Di Girolamo. «La nostra nuova tecnica prevede che, inserendo l’endoscopio in modo indolore, si possa arrivare nell’uretra e da lì nella vescica e, in trasparenza attraverso di essa, vedere se ci sono testicoli oppure ovaie e quindi determinare il sesso. Anche su esemplari che non hanno ancora manifestato con evidenza le differenze».
La manifestazione del sesso avviene, per la maggior parte delle specie delle tartarughe (circa 300 quelle note) dopo alcuni anni. Sono però diverse le specie a rischio di cui vengono mandati esemplari in centri specializzati per la riproduzione e poi la reintroduzione: da qui l'importanza di sapere presto se sono maschi o femmine. Fra le tartarughe che rischiano l’estinzione ci sono la testuggine di Angonoka (Astrochelys yniphora) o la tartaruga stellata burmese (Geochelone platynota), particolarmente rare. In alcuni casi, inoltre, è importante sapere la consistenza della popolazione maschile e femminile in una certa zona. «Non ha senso dover uccidere delle tartarughe per capirne il sesso. È un paradosso specialmente quando si dovrebbe operare per la conservazione di specie a rischio”, prosegue Di Girolamo. «A parte questo caso limite, finora veniva usato anche un metodo chirurgico, con anestesia ed endoscopia, con i rischi connessi a un’operazione. Il nostro metodo, invece, consentirebbe di superare questi problemi».
Fonte http://scienza.panorama.it/animali/tartarughe