Una moria di tartarughe
Inviato: dom dic 18, 2011 8:21 pm
Notizia e foto tratte da: http://natgeotv.com/it/inchieste-oltrenatura/facts
Nel Golfo del Messico duecento tartarughe marine della specie maggiormente a rischio sul pianeta, la Lepidochelys kempii o tartaruga di Kemp, arrivano morte sull'arenile di Biloxi Beach in Mississippi, poche settimane dopo il disastro ambientale causato dalla piattaforma petrolifera Deep Horizon della BP.
Subito si pensa che queste morti siano una delle tante terribili conseguenze della marea nera che ha invaso il Golfo del Messico, ma gli esami autoptici rivelano che nessuna delle tartarughe presenta tracce di petrolio. Gli analisti esaminano i tessuti per vedere se contengano tossine derivate dagli agenti chimici utilizzati per cercare di ridurre l'entità della fuoriuscita, ma i primi test non danno risultati positivi.
Tutte le tartarughe morte vanno ad arenarsi su una striscia di costa lunga circa 70 km , fatto insolito per una tartaruga dalla vocazione altamente territoriale.
Esaminando lo stomaco delle tartarughe non emergono tracce di ulcerazioni o emorragie interne. Ma tutti i cadaveri presentano sabbia nei polmoni, indizio che fa pensare che le creature siano annegate.
Il picco di mortalità delle tartarughe coincide con l'inizio della stagione della pesca ai gamberetti. Due mesi dopo la comparsa dei primi cadaveri sulle spiagge tutte le attività di pesca lungo la costa si fermano a causa della marea nera. E con lo stop della pesca il tasso di mortalità delle tartarughe cala notevolmente.
La legge statunitense impone ai pescatori di utilizzare reti provviste di speciali fori detti TED (Turtle Excluder Device) che consentono alle tartarughe intrappolate di liberarsi. Le autorità ispezionano le barche da pesca per accertarsi che questi dispositivi funzionino correttamente.
Conclusione: la tesi più accreditata è che le tartarughe siano rimaste imprigionate nelle reti da pesca e che si siano normalmente liberate passando attraverso gli appositi fori, solo che in quel periodo nella zona si è concentrato un numero insolitamente alto di barche da pesca; per cui le tartarughe sfuggite a una rete molto probabilmente prima ancora di riuscire a riemergere per respirare sono rimaste imprigionate in un'altra. Le tartarughe annegate quindi potrebbero essere rimaste imprigionate per due o tre volte in reti diverse senza riuscire a tornare in superficie, finendo così per annegare. E per quanto i pescatori abbiano con ogni evidenza rispettato la legge, la concentrazione estremamente elevate di tartarughe e reti in una particolare area ha dato origine a questa moria.
Nel Golfo del Messico duecento tartarughe marine della specie maggiormente a rischio sul pianeta, la Lepidochelys kempii o tartaruga di Kemp, arrivano morte sull'arenile di Biloxi Beach in Mississippi, poche settimane dopo il disastro ambientale causato dalla piattaforma petrolifera Deep Horizon della BP.
Subito si pensa che queste morti siano una delle tante terribili conseguenze della marea nera che ha invaso il Golfo del Messico, ma gli esami autoptici rivelano che nessuna delle tartarughe presenta tracce di petrolio. Gli analisti esaminano i tessuti per vedere se contengano tossine derivate dagli agenti chimici utilizzati per cercare di ridurre l'entità della fuoriuscita, ma i primi test non danno risultati positivi.
Tutte le tartarughe morte vanno ad arenarsi su una striscia di costa lunga circa 70 km , fatto insolito per una tartaruga dalla vocazione altamente territoriale.
Esaminando lo stomaco delle tartarughe non emergono tracce di ulcerazioni o emorragie interne. Ma tutti i cadaveri presentano sabbia nei polmoni, indizio che fa pensare che le creature siano annegate.
Il picco di mortalità delle tartarughe coincide con l'inizio della stagione della pesca ai gamberetti. Due mesi dopo la comparsa dei primi cadaveri sulle spiagge tutte le attività di pesca lungo la costa si fermano a causa della marea nera. E con lo stop della pesca il tasso di mortalità delle tartarughe cala notevolmente.
La legge statunitense impone ai pescatori di utilizzare reti provviste di speciali fori detti TED (Turtle Excluder Device) che consentono alle tartarughe intrappolate di liberarsi. Le autorità ispezionano le barche da pesca per accertarsi che questi dispositivi funzionino correttamente.
Conclusione: la tesi più accreditata è che le tartarughe siano rimaste imprigionate nelle reti da pesca e che si siano normalmente liberate passando attraverso gli appositi fori, solo che in quel periodo nella zona si è concentrato un numero insolitamente alto di barche da pesca; per cui le tartarughe sfuggite a una rete molto probabilmente prima ancora di riuscire a riemergere per respirare sono rimaste imprigionate in un'altra. Le tartarughe annegate quindi potrebbero essere rimaste imprigionate per due o tre volte in reti diverse senza riuscire a tornare in superficie, finendo così per annegare. E per quanto i pescatori abbiano con ogni evidenza rispettato la legge, la concentrazione estremamente elevate di tartarughe e reti in una particolare area ha dato origine a questa moria.