"Giornale di Sicilia" Sabato 23 Agosto 2008
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"LAMPEDUSA.(aup)Centro per il recupero e la cura delle tartarughe marine Caretta caretta a Lampedusa del WWf: si vende l'immobile e si è in cerca di una struttura idonea. Ma non è facile trovare un'area che risponda alle nuove direttive poste dall’assessorato regionale all’Agricoltura e foreste, e così l’iter burocratico è lungo e si rischia la chiusura. Se ne è parlato a
Ditelo a Rgs con Daniela Freggi, biologa e responsabile del centro:”anche in questo momento stiamo continuando ad occuparci degli animali che ci vengono portati dai pescatori, grazie alla preziosa collaborazione gratuita di chi vive e lavora in mare. E l’ansia di poter proseguire le nostre attività in futuro è tanta; da dieci anni il nostro centro è importante sia a livello scientifico che conservazionistico, ma abbiamo bisogno di spazi idonei, di un’area vicino al mare per rispettare le nuove direttive della regione, ma le lungaggini burocratiche mettono a rischio la continuazione delle attività nei prossimi mesi”. Infatti, le autorizzazioni necessarie sono tante, soprattutto per un territorio a vincolo ambientale quale è quello di Lampedusa. Il sindaco dell’isola, Bernardino De Rubeis ha già messo a disposizione un’area idonea vicino al mare, a cala francese ma la strada da percorrere è ancora lunga. Intanto, sempre la Freggi aggiunge:”verrebbero solamente poste strutture prefabbricate utili per la ricerca e la cura delle tartarughe, le vasche per la degenza e l’ambulatorio”. E tra i volontari del centro, Antonino Di Bello, docente della facoltà di veterinaria dell’università di Bari, aggiunge:”sono in collaborazione con il centro da 5 anni, ho avuto modo di constatare di persona con quanta dedizione e rigore scientifico vengono portate a termine tutte ricerche per monitorare e preservare le tartarughe”. Ma c’è bisogno anche di informazione e comunicazione per la convivenza completa dell’uomo con il mare, ed è quanto sta facendo già da anni il centro, “Il WWf -dice- già fa attività di sensibilizzazione e istruzione nei confronti dei pescatori. Le tartarughe vanno portate al centro di recupero. I danni più devastanti non sono indotti dagli ami, che si fermano nella parete dell’esofago, ma dalla lunghezza del bracciolo di lenza che poi ingerita attraversa il tubo digerente che si contrae per espellere l’amo e la lenza legata all’amo si arrotola intorno all’apparato digerente”. Le tartarughe marine sono un’importante tassello dell’ecosistema marino, sono sentore della salubrità del mare, ma sono in via di estinzione: 50 milioni di tartarughe vengono uccise all’anno in tutto il mediterraneo, e di mille nate solamente una raggiunge l’età per riprodursi. Si lavora sul coinvolgimento dei pescatori; già il centro lampedusano è riuscito a sensibilizzare la flotta di Mazara del Vallo, 100 pescatori e 60 imbarcazioni. Ma l’Oscar dei “salvataggi” va a Filippo Solima, pescatore dell’isola al quale devono la vita ben 500 esemplari.
Aurora Pullara"