Messaggioda Stefano_A » ven apr 06, 2007 5:51 am
Ciao Luca,
il problema di gestirla, mi rendo conto, è un problema reale e concreto di ogni sezione (a prescindere dalle tematiche che vi si trattano); credo che a livello contenutistico una sezione del genere non possa NON incorrere nel problema della "confusione", in quanto la tematica stessa si presta particolarmente a ciò...
A differenza di come molti intendono la tassonomia, in quanto branca di una scienza naturale, e quindi potenzialmente oggettivabile, anch'essa è ampiamente contraddistinta INVECE da "correnti di pensiero" ed "opinioni", tutte valevoli e dibattute con dati alla mano "intesi", però (ed è qui che consta la differenza), in maniera spesso marcatamente divergente.
Un esempio che proprio l'altro ieri mi trovavo a dibattere con Agostino via mail era l'attitudine "splitter" dell'erpetologo Jarmo Perälä uno studioso, con tanto di autorevoli studi sul campo, che negli ultimi anni è stato criticato o lodato (...a seconda qui dei punti di vista...) proprio per il suo REALE estremismo rivoluzionario secondo i canoni di "certa" tassonomia. Per la cronaca tale Autore è infatti il fautore, tra le altre cose, dell’elevazione a rango di “specie” di molte delle (prima) “sottospecie” del graeca-complex (alcuni esempi: T. cyrenaica Pieh & Perälä 2002, T. lamberti Pieh & Perälä 2004; T. marokkensis Pieh & Perälä 2004; T. antakyensis Perälä 1996; T. perses Perälä 2001)…Ma è un discorso che può parimenti essere applicato alla scorporazione del genere Eurotestudo dal Testudo o, ancora, dall'elevazione di specie che opera Vetter nel suo lavoro sull'hermanni-group, di taxa quali la boettgeri e la hercegovinensis. Credo quindi che la prudenza sia d’obbligo in un campo in cui la confusione è COMUNQUE di casa ma, non per questo, non dovremmo "divertirci" a discorrerne su queste pagine, no? Non credo proprio che la reputazione scientifica di nessuno di noi venga messa a repentaglio dal sostenere castronerie o prendere fatidici "granchi". Almeno io la vedo così.
Grazie comunque dell'attenzione.
Stefano Alcini