articolo sul messaggero
Inviato: dom dic 09, 2007 11:02 am
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Sabato 08 Dicembre 2007
di ANTONIA CIMINI
PECHINO - Per 50 anni è stata considerata una tartaruga come tante, in uno dei tanti zoo di provincia della Cina. Oggi, però, le autorità di Changsha si sono accorte di avere tra le mani l'ultimo esemplare femmina di tartaruga gigante dello Yangtze, un mammifero ormai scomparso dalle acque del fiume più lungo del Paese, di cui per anni gli esperti hanno cercato gli ultimi superstiti per preservare la specie. Questa femmina di 80 anni l'hanno trovata quasi per caso solo qualche mese fa, allorquando una circolare della Wildlife Conservation Society cinese, spedita a tutti gli zoo del Paese, invitava chiunque avesse notizie su tartarughe giganti a farsi avanti. «L'abbiamo trattata come una qualsiasi tartaruga», ha dichiarato il vice direttore dello zoo di Changsha, Yan Xiahui, egli stesso ignaro del valore dell'animale, acquistato nel 1956 da un circo di passaggio nella zona. Ora la tartaruga è protetta da un vetro antiproiettile. Agli esperti non resta che una scommessa, sperare che l'incontro con l'unico maschio in vita, un esemplare di 100 anni custodito nello zoo di Suzhou, previsto per la prossima primavera, si riveli fruttuoso. Se l'amore fra i due vetusti animali produrrà degli eredi la specie potrà salvarsi, altrimenti l'estinzione aspetta anche la tartaruga gigante dello Yangtze, sacrificata in nome di uno sviluppo che tiene in scarsa considerazione l'ambiente. Secondo la lista rossa delle specie minacciate, compilata dalla World Conservation Union per il 2007, in Cina esiste «un numero particolarmente alto di specie a rischio di estinzione», 47, mentre il quadro presentato da altri esperti è ancora più allarmante, con il 40% dei mammiferi e il 70% delle piante a rischio. La minaccia principale all'ecosistema del Paese arriva dall'inquinamento, il rovescio della medaglia di una crescita che quest'anno toccherà il record dell'11,5%, spinta dalla produzione industriale a basso costo per la quale gli standard ambientali sono soltanto un capriccio sulla carta. Ed il risultato sono numeri spaventosi: il 75% dell'acqua dei laghi è inquinata, come pure il 50% delle acque sotterranee. E lo Yangtze ha il triste primato di essere il fiume più inquinato del Paese dal momento che assorbe il 40% delle acque di scarico di tutta la Cina. Una prima vittima la noncuranza ambientale l'ha già fatta, è il delfino dalla pinna bianca dello Yangtze, il Baiji, dichiarato ufficialmente scomparso a settembre. A breve potrebbero seguirlo altre specie sotto minaccia, quali l'alligatore cinese e l'antilope tibetana, già inseriti in programmi di salvaguardia dal governo, sulla scia dell'esperimento riuscito con il Panda gigante, spinto alla riproduzione in riserve naturali. Per altre specie, invece, la minaccia è culturale: le zampe di tigre sono un ingrediente della medicina tradizionale, e l'orso è una prelibatezza culinaria. Ma è la sensibilizzazione che manca in un Paese dove il grido più assordante è quello dell'arricchimento a tutti i costi.
Sabato 08 Dicembre 2007
di ANTONIA CIMINI
PECHINO - Per 50 anni è stata considerata una tartaruga come tante, in uno dei tanti zoo di provincia della Cina. Oggi, però, le autorità di Changsha si sono accorte di avere tra le mani l'ultimo esemplare femmina di tartaruga gigante dello Yangtze, un mammifero ormai scomparso dalle acque del fiume più lungo del Paese, di cui per anni gli esperti hanno cercato gli ultimi superstiti per preservare la specie. Questa femmina di 80 anni l'hanno trovata quasi per caso solo qualche mese fa, allorquando una circolare della Wildlife Conservation Society cinese, spedita a tutti gli zoo del Paese, invitava chiunque avesse notizie su tartarughe giganti a farsi avanti. «L'abbiamo trattata come una qualsiasi tartaruga», ha dichiarato il vice direttore dello zoo di Changsha, Yan Xiahui, egli stesso ignaro del valore dell'animale, acquistato nel 1956 da un circo di passaggio nella zona. Ora la tartaruga è protetta da un vetro antiproiettile. Agli esperti non resta che una scommessa, sperare che l'incontro con l'unico maschio in vita, un esemplare di 100 anni custodito nello zoo di Suzhou, previsto per la prossima primavera, si riveli fruttuoso. Se l'amore fra i due vetusti animali produrrà degli eredi la specie potrà salvarsi, altrimenti l'estinzione aspetta anche la tartaruga gigante dello Yangtze, sacrificata in nome di uno sviluppo che tiene in scarsa considerazione l'ambiente. Secondo la lista rossa delle specie minacciate, compilata dalla World Conservation Union per il 2007, in Cina esiste «un numero particolarmente alto di specie a rischio di estinzione», 47, mentre il quadro presentato da altri esperti è ancora più allarmante, con il 40% dei mammiferi e il 70% delle piante a rischio. La minaccia principale all'ecosistema del Paese arriva dall'inquinamento, il rovescio della medaglia di una crescita che quest'anno toccherà il record dell'11,5%, spinta dalla produzione industriale a basso costo per la quale gli standard ambientali sono soltanto un capriccio sulla carta. Ed il risultato sono numeri spaventosi: il 75% dell'acqua dei laghi è inquinata, come pure il 50% delle acque sotterranee. E lo Yangtze ha il triste primato di essere il fiume più inquinato del Paese dal momento che assorbe il 40% delle acque di scarico di tutta la Cina. Una prima vittima la noncuranza ambientale l'ha già fatta, è il delfino dalla pinna bianca dello Yangtze, il Baiji, dichiarato ufficialmente scomparso a settembre. A breve potrebbero seguirlo altre specie sotto minaccia, quali l'alligatore cinese e l'antilope tibetana, già inseriti in programmi di salvaguardia dal governo, sulla scia dell'esperimento riuscito con il Panda gigante, spinto alla riproduzione in riserve naturali. Per altre specie, invece, la minaccia è culturale: le zampe di tigre sono un ingrediente della medicina tradizionale, e l'orso è una prelibatezza culinaria. Ma è la sensibilizzazione che manca in un Paese dove il grido più assordante è quello dell'arricchimento a tutti i costi.