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tarta consanguigne
Inviato: lun apr 24, 2006 11:21 am
da luca
che pericoli si possono avere con esemplari consanguigni?
Inviato: lun apr 24, 2006 12:26 pm
da marchiocad
l'indebolimento della specie.
Inviato: lun apr 24, 2006 12:47 pm
da platysternon
probabilmente l'indebolimento della specie.tieni conto che gli incroci consanguinei vengono usati,anche in ornitologia,per fissare un carattere e cioè per creare dei ceppi che presentino un dato carattere spesso cromatico.Ad esempio per creare ceppi che diano piccoli in maggioranza albini o altri con un particolare disegno,...
Inviato: lun apr 24, 2006 12:51 pm
da valbo
in effetti gli incroci di individui consanguinei sono sempre stati usati da tutti gli allevatori per tutte le specie di animali, primi fra tutti i cani e i gatti fra gli animali da compagnia. Non credo che nelle tertarughe questo sia molto pericoloso. Il motivo per cui vengono effettuati lo ha detto bene playsternon.
Inviato: lun apr 24, 2006 1:33 pm
da platysternon
dati scientifici non ne ho x provare ciò ma basti pensare quanti problemi hanno le razze di cani molto selezionate.io sinceramente eviterei la consanguineità nell'allevamento anche perchè di tartamanti con cui eventualmente scambiare esemplari x apportare nuovi geni nell'allevamento ce ne son tanti
Inviato: lun apr 24, 2006 2:17 pm
da marchiocad
Sicuramente non è così dannoso da far nascere delle preoccupazioni ma è sempre sconsigliato. E' ottima cosa se si ha una femmina ospitare un maschio di altro allevamento per un po. Mischiare il sangue è cosa consigliata!
Inviato: lun apr 24, 2006 3:50 pm
da *eliminato*
Già postato ma lo riposto.
Ho conservato dei post del più esperto che abbiamo su queste
problematiche.
L'Ineffabile Gionata, mi permetto di postarlo perchè mi pare
ultimamente non frequenti più la List ed il forum.
Gionata il 20/09/2005 ha scritto
La questione non è difficile, è solo un po' controintuitiva.
Infatti, le cose stanno come segue:
Caso A: Se un esemplare appartiene ad una specie o ad una
popolazione che, in natura, ha un'ampia dispersione sul territorio e
quindi gli accoppiamenti tra consanguinei sono in generale molto
rari, allora è molto probabile che accoppiandola in cattività con un
consanguineo si abbia nella prole l'espressione di alleli
recessivi "negativi" o anche letali, cioè di "tare" di origine
genetica.
Caso B: Se invece la specie d'appartenenza è suddivisa in gruppi
fortemente coesi (bassa dispersione degli esemplari) all'interno dei
quali l'accopiamento tra consanguinei NON è un evento raro, allora
l'esemplare in questione fatto accopiare con un consanguineo in
cattività molto probabilmente darà una prole sanissima, anche se la
probabilità di difetti genetici, per quanto bassa, è comunque
maggiore sempre di quella che, in media, si otterrebbe con un
accoppiamento ad assortimento negativo (cioè tra due non
consanguinei).
La spiegazione di questo stato dei fatti è in effetti un po'
comoplicata... il tutto, in sintesi, dipende dal fatto che un allele
recessivo "negativo" rimane sempre nascosto nell'eterozigote (Aa) e
quindi in questa condizione la selezione naturale non può "vederlo"
e spazzarlo via. E gli eterozigoti sono molto più diffusi in
popolazioni "non-ibreeding", cioè di esemplari che NON si accoppiano
tra consanguinei (Caso B). Invece, in popolazioni "inbreeding" (Caso
A) gli eterozigoti sono rari, e quasi tutti gli alleli
recessivi "negativi" sono allo stato omozigote (aa), che esprime il
carattere "negativo", quindi gli alleli vengono quasi tutti
eliminati dalla selezione.
Nel caso delle tartarughe terrestri, un fattore spinge in una
direzione, un altro nell'altra. Infatti:
- L'ampio intervallo tra generazioni (molti anni per raggiungere la
maturità sessuale) spinge nella direzione del Caso A.
- I lenti spostamenti dei soggetti assieme alla ristrettezza di
molti habitat colonizzati spinge nella direzione del Caso B.
In generale comunque, non mi pare sia molto diffusa l'emergenza di
caratteri negativi nel caso di accoppiamenti tra consanguinei.
Sicuramente non ci sono studi approfonditi su questo tema nelle
tartarughe.
ed ancora il 20/09/2005 ad un mio messaggio:
Messaggio inserito da tartarock
Gionata intuitivamente avevo pensato che in colonie isolate di
tartarughe il problema della consanguineità non fosse importante.
Ho visto in microscopici isolotti della Grecia delle lucertole che
sicuramente da secoli si accoppiano tra di loro e le tartarughe del
Nordafrica spesso sono raggruppate in colonie isolate dall'avanzare
del deserto , quindi in alcuni casi da almeno 10.000 anni, dalla
fine della glaciazione.
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Queste che descrivi sono anche le condizioni ottimali per
l'affermazione di caratteri "nuovi" nella popolazione di una specie,
caratteri che si affermano per puro caso e non per selezione
naturale. Un esempio potrebbero essere le molte colorazioni della
graeca terrestris di una foto postata poco tempo fa. Questo fenomeno
si chiama deriva genetica o drift genetico.
Ecco come funziona. In una popolazione piccola e che rimane costante
nelle sue dimensioni, la distribuzione dei caratteri nella prole è
spesso differente da quella prevista. Se per es. in condizioni
normali mi aspetto che nascano metà rossi e metà verdi, in una
piccola popolazione dove ogni soggetto fa solo 3 figli (anzichè 10
come accadrebbe in condizioni normali), può essere che quei tre
siano, per puro caso, tutti verdi o tutti rossi, ed ecco che uno dei
due caratteri diventa più diffuso anche se non è più vantaggioso
dell'altro. Come quando lanci una moneta, anche qui la distribuzione
della probabilità di ottenere testa o croce (qui verde o rosso)
dipende dal numero di lanci (qui numero di figli).
Questa cosa è successa durante l'ultima glaciazione in T. hermanni
boettgeri: in grecia c'erano infatti molti rifugi glaciali,
geograficamente ristretti e isolati, e all'interno di questi rifugi
le popolazioni sono andate "alla deriva" (genetica) così che in
alcune i soggetti erano chiari, in altre scuri, etc. Poi col
riscaldamento del clima queste popolazioni sono entrate in contatto
ed hanno prodotto quella varietà di forme che conosciamo essere
propria della ssp. orientale. Invece per T. hermanni in Italia c'era
un solo rifugio glaciale, nel Sud Italia (forse Sicilia) e tutte le
popolazioni attualmente distribuite nel nostro Paese (ma non quelle
della Francia) sono derivate da quell'unica popolazone sopravvissuta
alla glaciazione. Questo è il motivo per cui T. h.hermanni è molto
meno variabile di T.h. boettgeri
Inviato: lun apr 24, 2006 4:45 pm
da platysternon
apperò bella spiegazione.
Inviato: lun apr 24, 2006 5:13 pm
da *eliminato*
Gionata su certe cose è un vero boss....
Inviato: lun apr 24, 2006 5:18 pm
da platysternon
Inviato: mer apr 26, 2006 3:24 pm
da simone
Gli accoppiamenti tra consanguigni vengono spesso fatti da allevatori di varie specie di animali per fissare ed esaltare certe caratteristiche della razza , ma poi a lungo andare questi si indeboliscono generazione dopo generazione , quindi dovremo inserire ogni tanto individui non consanguigni per rinnovare il sangue del ceppo , come si usa dire !
Inviato: mer apr 26, 2006 8:28 pm
da platysternon
Inviato: gio apr 27, 2006 3:17 pm
da simone
Io l'ho invece verificato con le cocorite !
Inviato: gio apr 27, 2006 5:24 pm
da platysternon
Citazione:
Messaggio inserito da simone
Io l'ho invece verificato con le cocorite !
vero c'è una notevole differenza fra quelle di allevamento e le selvatiche.l'ho notato in più o meno 15 anni.una volta eran di una resistenza incredibile ora han sempre problemi,non son bellissime ,spesso molto piccole
Inviato: ven apr 28, 2006 2:31 pm
da simone
Hai ragione , per aumentarne la taglia ho dovuto incrociarle con quelle di tipo inglese !