Lo sapevate? Articolo su sequestro tartarughe

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maxfel
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Lo sapevate? Articolo su sequestro tartarughe

Messaggioda maxfel » dom set 26, 2010 9:26 pm

Vita fuorilegge di una tartaruga - da www.sottobosco.info

Scritto da Laura Simoni
Domenica 19 Settembre 2010 20:25

Il traffico illecito della fauna esotica e delle specie protette è uno di quei malcostumi tipicamente italiani che più si è radicato nel tempo all’interno del nostro subconscio culturale.
Se però altri atteggiamenti che caratterizzano negativamente la nostra società vengono riconosciuti – almeno apparentemente – come riprovevoli anche da coloro che li considerano consuetudine, sono pochi ad attribuire a questo particolarissimo comportamento persino la proprietà di illegalità. Parliamo concretamente: detenere, vendere, trasportare e addirittura esporre gli esemplari tutelati dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), se sprovvisti delle apposite documentazioni, è un reato penale punibile con sanzioni di qualche migliaia di euro o col carcere fino a 12 mesi.
Gli uomini del servizio CITES del Corpo forestale dello Stato, che da anni conducono in Italia un’intensa attività investigativa sia in ambito doganale che sul territorio, nel corso del 2008 hanno sequestrato ben 1.514 animali vivi, la maggior parte dei quali rettili. E negli anni seguenti il numero degli illeciti non sembra essere affatto diminuito. L’ultimo caso è avvenuto proprio qui in regione, nel cesenate.
Sono 276 le tartarughe rare trovate e sequestrate dalla Forestale nel bagagliaio di un’automobile parcheggiata in zona fiera a Pievesestina di Cesena: gli esemplari, 208 della specie Testudo Hermanni e 68 di Testudo greca, erano tutti di pochi giorni e sprovvisti della certificazione CITES. I piccoli erano di proprietà di un allevatore ferrarese che si era accordato con un collega napoletano per effettuare lo scambio proprio davanti alla mostra “Tartarughe beach”, la più grande esposizione mondiale di tali rettili, che si svolgeva il primo week end di settembre all’interno degli edifici fieristici. I due allevatori dovranno ora rispondere di traffico illecito di specie protette: il ferrarese ha fatto ricorso e avvierà le pratiche giudiziare previste per la propria difesa.
Al di là del singolo caso, di cui si occuperà la magistratura, ci si chiede come sia possibile che allevatori ma non solo – si pensi anche ai commercianti ed ai singoli proprietari – preferiscano rischiare di andare in prigione piuttosto che denunciare il possesso o la nascita di tartarughe ed altri animali protetti e richiedere la specifica autorizzazione. Ci ha aiutato a comprendere meglio la delicata questione MirKo Giorgioni, Vicepresidente del Tarta Club Italia, associazione naturalistica no profit che da nove anni organizza la famosa esposizione romagnola.
“La situazione degli allevatori italiani è assai più complicata rispetto al resto d’Europa: quando nascono dei piccoli, ad esempio, si è obbligati ad effettuare la denuncia alla sezione CITES della Guardia forestale entro 10 giorni. La procedura per la richiesta dei documenti ha costi molto più elevati che negli altri Paesi e tempi decisamente lunghi: dall’avvio della pratica all’arrivo delle certificazioni possono passare anche tre anni! Inoltre, non essendo possibile inserire il microchip nelle tartarughe giovani, il proprietario deve inviare alle autorità competenti una foto dell’esemplare una volta all’anno e per i primi cinque anni di vita, accompagnata ovviamente dall’apposito modulo con marca da bollo. Pensate quanto dev’essere difficile per un allevatore che di tartarughe ne ha centinaia”.
Stessi lenti e faticosi procedimenti si devono attuare anche se si vuole semplicemente regalare una piccola tartaruga al proprio nipotino: “Questo eccessivo irrigidimento della normativa – continua Giorgioni – è avvenuta nel 2008 solo qui in Italia, ad opera del nostro governo: è per questo che noi del Tarta Club Italia abbiamo fatto un ricorso al TAR contro il ministro dell’ambiente e dell’agricoltura. Le regole sulle specie protette ci devono essere e le sanzioni per chi le infrange devono essere severe, ma noi chiediamo un adeguamento normativo al pari di quello del resto d’Europa”.
Iter burocratico dispendioso in termini di tempo e denaro, e che soprattutto può essere seguito solo se anche i genitori dei piccoli rettili sono registrati. Infatti la legge 150/92 ha reso obbligatorio denunciare il possesso delle proprie tartarughe, denuncia che doveva essere effettuata entro il dicembre del 1995. Chi, per ignoranza, non ha adempiuto all’epoca a tale obbligo non può sanare la propria situazione. Denunciare oggi la testuggine significa autodenunciarsi, rischiare sanzioni penali e soprattutto vedersi sottrarre il proprio amico animale.
D’altra parte abbandonare gli esemplari non denunciati equivale a mettere a rischio, oltre che la vita della stessa tartaruga orfana di padrone, pure l’ecosistema locale e le specie autoctone, anche per questo già in via d’estinzione. Ma di questo vi parleremo nella prossima puntata.
Per ora resta un dubbio: chissà quante tartarughe clandestine camminano a passo lento nei giardini privati delle nostre città.

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Barbara
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Re: Lo sapevate? Articolo su sequestro tartarughe

Messaggioda Barbara » mar set 28, 2010 7:30 am

Mi era sfuggito questo topic!
Finalmente una giornalista che dà voce anche all'Associazione e non scrive solo per fare sensazionalismo!

massimiliano
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Re: Lo sapevate? Articolo su sequestro tartarughe

Messaggioda massimiliano » mar set 28, 2010 2:54 pm

si, è l'unico articolo letto finora che a fronte di un sequestro spiega le difficoltà oggettive degli allevatori a cedere in regola gli animali riprodotti.

però...300 animali.. se la multa è cumulativa questo allevatore di ferrara avrà un conto della spesa piuttosto salato.

e comunque complimenti alla forestale che mi sembra ultimamente piuttosto attenta all'argomento testudo.


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