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Messaggio inserito da sancar48
Allora perché semplicemente non smettiamo di arrovellarci troppo su questo argomento e ci limitiamo a fare quello che ogni buon allevatore fa per fissare determinate caratteristiche, accoppiare soggetti il più possibile simili fra loro?
Sono d'accordo con quanto scrive Ale.
@ Sancar48 : è più che giusto quanto dici in quanto chi ha iniziato l'allevamento delle tartarughe negli anni della Rete le cose state molto semplificate dalla enorme massa di informazioni a disposizione (di chi voleva informarsi).
E' quindi logico che oggi, un buon allevatore non faccia produrre ai suoi animali incroci eclatanti e premeditati, ma cerchi di affinare la selezione di esemplari che si avvicinino il più possibile agli standard di Genere, specie e sottospecie.
Cio non era possibile quando ho iniziato negli anni '60/70 con altri amici con la storia dei rettili; le pubblicazioni erano poche e quasi tutte in tedesco (meno male che Paolo aveva la moglie svizzera).
Per,la dimostrazione di quanto aleatoria fosse la conoscenza sui rettili ,esotici in particolare,posto un articolo pubblicato su "La città " del 28.04.1983 su una mostra di rettili organizzata dall'amico Marco Corsi con la collaborazione di Paolo Malenotti e Bruno Campolmi e la coppia di Pyton regius era la mia e, come potrete immaginare, di pitoncini non ne nacque neanche uno.
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