Messaggioda senzazucchero » ven ago 25, 2006 1:26 pm
1 Febbraio – Nel corso di un servizio di controllo effettuato all’interno del “mercato delle pulci”, che si svolge ogni domenica in località “Regalone” del Comune di Casagiove, una pattuglia del Comando Stazione Forestale di Castelvolturno ha rinvenuto, in esposizione su una bancarella ai fini della vendita, numerosi esemplari di fauna viva protetta, in quanto classificata “in via di estinzione” dalla Convenzione di Washington (che vieta il commercio di tali specie). Immediatamente è stato identificato il trafficante, R.C. di 22 anni da Napoli e sono stati sequestrati gli esemplari protetti dalla CITES, tra cui 34 esemplari di Testuggine greca “Testudo greca”, 1 esemplare di Testuggine comune “Testudo hermanni” e 1 esemplare di Merlo Indiano “Granula religiosa” (uccello capace di imitare con il verso alcune parole umane). Sono state trovate anche quattro esemplari di Tartaruga di terra già morti. Il veterinario del Centro Recupero Fauna del WWF di Caserta, che ha esaminato gli animali, ha riferito che tutti si presentavano in un cattivo stato di mantenimento, malnutriti, con scarse cure igieniche, causa anche della presenza di numerose zecche, e tenuti in una temperatura ambiente non idonea. Infatti, la Testuggine greca richiede un clima caldo, mentre la Testuggine comune in questo periodo in natura si trova in stato di letargo. Sono stati sequestrati anche esemplari di uccelli (7 cardellini e 2 verdoni) per i quali la legge vieta la cattura mediante l’esercizio della uccellagione, in altre parole con l’ausilio di reti e trappole. Sono in corso indagini per cercare di stabilire la provenienza del materiale sequestrato che potrebbe essere stato illecitamente importato in Italia. Si presume che le tartarughe siano state prelevate in natura nel nord Africa, e più precisamente in Tunisia, in quanto gli esemplari presentano una macchia gialla in testa che è tipica di una sottospecie presente proprio in quell’area del mondo. Il rivenditore è stato deferito all’Autorità giudiziaria e rischia l’arresto fino ad un anno o una ammenda fino a 100mila euro.